Strage di bambini in Nigeria uccisi dagli scarti della miniera d´oro

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di Cristina Nadotti

Terreni e fiumi sono invasi dal piombo, il governo ha chiesto aiuto all´Oms e alle ong

Una strage di bambini, ancora una volta causata dalle grandi ricchezze minerarie della Nigeria e dal tentativo dei più poveri di goderne come le multinazionali. Il ministero della Salute nigeriano ha ammesso ieri che da marzo almeno 163 persone sono morte per avvelenamento da piombo e tra queste almeno 111 sono bambini, la maggior parte sotto i quattro anni. La strage è avvenuta nella zona mineraria a Nord del Paese, nello stato di Zamfara, dove soltanto dieci giorni fa il presidente federale Goodluck Jonathan ha inaugurato un nuovo impianto di estrazione dichiarando di voler attirare investimenti stranieri.

Così come accade per il petrolio estratto nell´area meridionale del Delta del Niger, però, insieme all’estrazione legale, gestita da grandi compagnie, esiste quella illegale, portata avanti dai più poveri per sbarcare il lunario. A Sud si bucano le condotte del greggio e si perde la vita con gli incendi, a Nord, in una delle regioni più povere della Nigeria ai margini del Sahara, si organizzano nei villaggi laboratori clandestini di separazione dell´oro dalla roccia, procedimento per il quale è necessario il piombo.

E gli scarti di lavorazione sono finiti nei pochi corsi d´acqua, hanno contaminato attrezzi da lavoro e terreni, uccidendo soprattutto bambini e donne, i più sensibili all´avvelenamento del metallo, dopo un´agonia fatta di dolori addominali, vomito, convulsioni. Il governo nigeriano ha chiesto ora l´aiuto dell´Organizzazione Mondiale della Sanità e delle agenzie internazionali, per bonificare l´area, ma nel dare la notizia ha sostenuto di essere già a buon punto nel contenimento dell´avvelenamento. In realtà le dimensioni esatte del disastro sono ancora sconosciute, perché la regione non è facilmente raggiungibile e in alcuni villaggi il lavoro di bonifica è reso più complicato dalle restrizioni della legge islamica, che permette l´accesso ad alcune aree soltanto alle donne. Che luce completa non sia ancora stata fatta sulla gravità della situazione lo dimostra anche la dichiarazione di un portavoce del governo statale di Zamfara; soltanto due giorni fa, in piena emergenza, il rappresentante locale ha sostenuto, rispondendo alla domanda dell´agenzia di stampa Reuters, di non essere a conoscenza di casi di avvelenamento da piombo.

Le autorità federali e gli esperti internazionali devono fare anche una corsa contro il tempo, perché tra breve comincerà la stagione delle piogge e le precipitazioni torrenziali porteranno il piombo ovunque, con conseguenze ancor più disastrose. Non ci saranno soltanto i morti da piangere, ma anche i tanti intossicati, che svilupperanno malattie al sistema nervoso, al fegato e all´apparato riproduttore.

Repubblica, sabato 05 giugno 2010