A 78 anni dal tragico naufragio nel mare Egeo

Anche sette altamurani tra le vittime del tragico affondamento della nave Oria

di Giuseppe Dambrosio

La vicenda dell’Oria è tra le tragedie meno studiate del Mediterraneo durante il secondo conflitto mondiale, nonostante risulti tra i disastri bellici più consistenti per numero di vittime.

nave oria

Nell'autunno del 1943, dopo la resa delle truppe italiane in Grecia, i tedeschi dovettero trasferire circa 17.000 prigionieri italiani via mare. L'Oria fu tra le navi scelte per il trasporto. L'11 febbraio del 1944 partì da Rodi diretta al Pireo con a bordo 4046 Internati Militari Italiani (IMI) appartenenti a tutte le Armi, prigionieri italiani che si erano rifiutati di aderire al nazi-fascismo (43 ufficiali, 118 sottufficiali, 3885 soldati), 90 militari tedeschi e l'equipaggio norvegese, ma l'indomani la nave fu colta da una impietosa tempesta e affondò presso Capo Sounion.

Dei 4.200 soldati italiani solo 37 riuscirono a salvarsi nell’attesa dei soccorsi che giunsero con due giorni di ritardo a causa delle pessime condizioni del mare. Anche il comandante norvegese Bjarne Rasmussen e il primo ufficiale di macchina furono salvati insieme a 6 tedeschi, un greco e 5 uomini dell'equipaggio.Su quella vecchia carretta che si spostava nel Mediterraneo nella totale mancanza di sicurezza, i militari italiani non erano trattati come prigionieri di guerra, secondo la Convenzione di Ginevra, ma come traditori e destinati ai campi di concentramento nazisti.

Dopo un oblio durato decenni,  la tragedia dell'Oria viene finalmente alla luce grazie all'impegno di alcuni subacquei greci coordinati da Aristotelis Zervoudis che a partire dal 2008 compiono numerose immersioni sul sito dell'affondamento documentando l'entità della tragedia. L'impatto emotivo ed umano di quello che vedono è così forte che li spinge a coinvolgere la comunità locale indagando presso gli anziani dell'isola. Riescono così ad identificare il luogo della pietosa sepoltura dei corpi spiaggiati dopo l'affondamento e decidono di costruire un monumento sulla spiaggia del naufragio. Tutta la comunità locale partecipa a quest'iniziativa ed il sindaco decide di mettere a disposizione dei fondi per erigere il monumento alla memoria, inaugurato il 14 febbraio del 2014.

Nello stesso tempo alcuni parenti dei militari italiani deceduti nel naufragio, dopo lunghe e difficili ricerche, riescono a rintracciare la lista di tutti i militari imbarcati. Questa lista misteriosamente scomparsa e talvolta ritenuta inesistente, era in realtà nei polverosi archivi della Maria Militare Italiana. Ma si deve alla tenacia della sig.ra Barbara Antonini, il cui nonno era scomparso nel naufragio, che è riuscita a rintracciare la lista presso la Croce Rossa Italiana.

Tra le vittime del tragico affondamento anche sette soldati altamurani che è doveroso ricordare: Centonze Francesco, Ferrulli Angelo, Gramegna Felice, Lore’ Bartolomeo, Natale Saverio, Moramarco Vito, Tirelli Francesco.

La lista dei militari imbarcati sulla nave è consultabile sul sito:/https://www.dodecaneso.org/content/8-settembre-1943-le-grandi-tragedie-dellegeo/