L’abbraccio tra sinistra e moderatismo. Così spiego l’inganno a mio figlio
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La Fine delle Certezze
di Sergio Labate*
Se dovessi spiegare a mio figlio il gigantesco inganno dell’abbraccio tra il moderatismo e la sinistra, non servirebbero astruse descrizioni teoriche.
Basterebbe la forza dell’esempio. Raccontargli ciò che noi abbiamo perduto e che lui non ha mai conosciuto, per mettere davanti ai suoi occhi la scena di una metamorfosi estrema che è l’esito beffardo del moderatismo. Da un lato un mondo smarrito e dall’altro un mondo inatteso (non solo nel senso che nessuno se l’aspettava ma anche nel senso che nessuno l’attendeva come una speranza). Al mondo smarrito appartenevano alcune certezze granitiche – dogmi di una fede secolare – che erano confermati e non smentiti da ciò che accadeva nella società: la fiducia nella Costituzione antifascista, la certezza che la forma pubblica della protezione sociale fosse un argine per i più vulnerabili, l’idea che la pace fosse un’eredità comune postbellica, la convinzione che la scuola servisse alla formazione di un cittadino e non di un lavoratore sottopagato, la scommessa sull’Europa come terreno di avanzamento dei diritti e non come esperienza della loro erosione, il principio per cui l’aumento delle diseguaglianze fosse un problema e non una risposta per le nostre società.
Confessioni di un meridionalista
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Questioni e polemiche
di Tommaso Fiore
Non fu un puro caso che, fuggendo in Francia, Salvemini consegnasse a Gobetti un mio scritto su Giolitti, che apparve fuori a metà del '23 su «Rivoluzione Liberale ». Appunto! Rivoluzione, non conservazione, e libertà in funzione di rottura col passato, non già di consolidamento di esso. Che cosa possiamo conservare noi del Mezzogiorno? Quale inesistente vita civile, quali libertà, quali classi dirigenti, quale assetto sociale?
Francesco Radino, paese della Lucania.
Oggi è opportuno ricordare, del grande amico di cui non conobbi Il volto se non dopo morte, la lezione da lui data al suo maestro Einaudi: «Anche il movimento popolare è un mirabile esempio di liberalismo, anch'esso nasce senza una teoria ». Ovvero anche: «Una democrazia vera deve nascere sul terreno storico del marxismo, e i democratici italiani che, sulle orme del buon Colajanni, imprecano a Marx, sono fior di reazionari ». Dopo questo, verrà uno scrittore del «Mondo » a rimproverarmi di esser passato dall'altra parte, di aver quasi tradito il liberalismo!
Mille miliardi nella produzioni delle armi
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In due anni quasi mille miliardi investiti nella produzione di armi
di Ilaria Solaini
L’appello dell’Alleanza globale delle banche valoriali al termine del vertice annuale: «La finanza non può sostenere l’industria militare, basta investire sulle guerre».
Oltre 959 miliardi di dollari sono stati utilizzati dalle istituzioni finanziarie nel mondo per sostenere la produzione e il commercio di armi. Più della metà dell’investimento totale nell’industria bellica arriva dagli Stati Uniti, mentre 79 miliardi provengono dai primi 10 investitori europei. E ancora, le 15 maggiori banche europee hanno investito in aziende produttrici di armi per un importo pari a 87,72 miliardi di euro.
Fabio Perinei, il sindaco e parlamentare della Murgia da conoscere e ricordare
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Fabio Perinei
Il sindaco e parlamentare della Murgia da conoscere e ricordare
di Giuseppe Dambrosio
Esattamente 15 anni fa, il 21 febbraio 2009, finiva prematuramente (a 64 anni) l’esperienza umana e politica di Fabio Perinei, un gigante della storia politica, sociale e culturale altamurana.
Nato in una famiglia del popolo - il padre, Giuseppe, era un noto fruttivendolo con un chiosco in piazza Castello e la mamma Lucia Marrocoli, casalinga - di cui andava orgoglioso, dopo una infanzia vissuta all’ombra della parrocchia di Santa Teresa: «Quell’edificio di culto cattolico era attaccato al carcere mandamentale a fianco del quale viveva la caserma dei carabinieri. Una sequenza significativa oggi per me. Chiesa, carcere, caserme, tre istituzioni di verse tra loro, uguali per la funzione esplicata: quella repressiva», frequenta elementari al “Garibaldi con il maestro Giovanni Plotino, padre di Vito Plotino che nel 1993 sarà sindaco di Altamura (il primo sindaco del MSI, Movimento sociale italiano, partito di ispirazione fascista) avversario politico tra i più pungenti col quale Fabio ingaggerà un animato scontro politico. Alla scuola media incontra la professoressa Angela Maggio che lo incoraggerà a proseguire gli studi al liceo classico per “la sua propensione per le materie umanistiche” assecondando le sue innate doti scrittorie. Al liceo ha la fortuna di incontrare due docenti che segneranno la sua formazione e lo apriranno alle tematiche sociali e politiche: il professor Ercole di Barletta e il professor Enzo Marchetti col quale avvia un proficuo confronto culturale e letterario. Alla fine del liceo conosce la Rosaria Brunetti, studentessa della scuola Magistrale di Matera che lo affiancherà e lo sosterrà tutta la vita: la ragazza “dai capelli lunghi e biondi”, così la definirà in un suo scritto.
Fine di Leone Ginzurbg intellettuale antifascista
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Leone, uno fra i primi capi dell'opposizione al fascismo
di Tommaso Fiore
A ottant’anni dalla scomparsa del grande intellettuale antifascista lo ricordiamo con un affettuoso ritratto dall'umanista altamurano compagno di Confino, apparso sul quotidiano socialista l'Avanti del 1959.
Leone Ginzburg, opera di Carlo Levi
Gli hanno strappato i denti ed uno ad uno, gli hanno strappato le unghie ad una ad una, gli hanno spezzato le costole ad una ad una. Queste orribili notizie corsero dopo l'arrivo degli alleati a Roma. Non era vero; queste torture le aveva invece subite Albertelli. Invece Ginzburg venne a mancare cosi, per stanchezza, a Regina Coeli.
Si sa, la fame, i disagi, le sevizie anche, chi sa quali, il cuore a un certo punto cessó di battere. Come Gobetti, disse, poco prima di spegnersi: «Il Paese ha bisogno di martiri per risorgere». La madre la sorella intanto, dal confino abruzzese, imploravano notizie di lui. Non fu facile far intendere loro che ormai avevano perduto ogni ragione di vivere: Leone era tutto per loro.
La lotta quotidiana per sopravvivere
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Striscia di Gaza
di Mohammed R. Mhawish*
L’attacco israeliano alla Striscia di Gaza dura da più di 120 giorni, e nella città di Gaza affrontare le difficoltà quotidiane come restare al sicuro, combattere le fame e proteggersi dal freddo è già una guerra. Centinaia di migliaia di persone hanno perso le loro case. Poi anche un posto dove ripararsi. Israele li ha bombardati tutti: ospedali, scuole, ambulatori e qualunque spazio aperto dove potevano radunarsi i civili. L’intera popolazione di Gaza è stata sfollata. Dopo che la nostra casa è stata bombardata non sono stato più solo un testimone delle migliaia di persone in fuga. Io e la mia famiglia siamo andati in un rifugio delle Nazioni Unite nel nord della Striscia di Gaza, diventando a nostra volta sfollati come gli altri.
La lezione poetica di Gianni Rodari, così Vanessa Roghi ha riscritto la storia della scuola italiana
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La lezione poetica di Rodari
di Christian Raimo
Chiunque oggi si occupi di scuola dovrebbe leggere Vanessa Roghi. In sette anni e sei libri — La lettera sovversiva. Da Don Milani e De Mauro, il potere delle parole (Laterza, 2017); Lezioni di fantastica. Storia di Gianni Rodari (Laterza, 2020); Voi siete il fuoco. Storie e storie della scuola (Einaudi ragazzi, 2021); Il passero coraggioso. «Cipì», Mario Lodi e la scuola democratica (Laterza, 2022); Il tirocinio della democrazia. Una genealogia per la scuola del presente (Erickson, 2023) e, da poco in libreria per Sellerio, Un libro d’oro e d’argento. Intorno alla «Grammatica della fantasia» di Gianni Rodari — ha in qualche modo riscritto la storia della scuola italiana, riuscendo a proporre una coerente prospettiva storiografica, ipotizzando anche un metodo molto fecondo per gli storici contemporaneisti e gli altri studiosi che si occupano di scuola.