La poesia di Scotellaro
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La poesia
di Scotellaro
di Tommaso Fiore
Mi son recato giorni fa lungo il Bradano, son rimasto sette ore bloccato in una stazioncina e interrogavo la povera gente, contadini, bottegai, maestri: in tal modo ho capito qualche cosa della poesia del giovinetto morto a trent'anni. (E’ fatto giorno », Mondadori, 1954). L'impressione che fanno molti versi è di fresco idillio, a cui il poeta si compiace di mescolareSe stesso, la sua fanciullezza abbandonata. Ma subito la dura materia dell'ambiente sorge a contrasto doloroso. «L'agosto di Grassano» è dipinto in lontananza con ricchezza di dolci colori raffinati, ma a se stesso il poeta unisce i poveri compaesani:
Grassano, qui da Santa Lucia
Io ti abbraccerei…
L’amore che tu dici
lo sa l'uomo che ti passa intorno
solo sulle argille
nel cuore del mezzogiorno.
Non esistono i maschi progressisti
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Non esistono i maschi progressisti
di Francesco Piccolo
Ogni volta che mi chiedono di scrivere dei maschi, o se non ogni volta, molto spesso, succede che poi in coincidenza c’è un fatto di cronaca orribile che li (ci) riguarda; non mi chiedono di scrivere per quel fatto di cronaca, ma poi succede che le cose di cui voglio scrivere si devono confrontare con un atto agghiacciante. Questa volta, nella storia di Filippo Turetta e Giulia Cecchettin, c’era, per tanti motivi diversi, una relazione con la quotidianità, con la normalità, più visibile, più stretta; non so bene se perché è stata raccontata praticamente da subito, se perché era una situazione molto simile a tantissime altre che ci capitano intorno (e ai nostri figli); fatto sta che abbiamo sperato che finisse bene fino all’ultimo, anche quando ormai avevamo capito che finiva male.
Sei milioni di italiani vanno all’estero, in crescita i “moderni clandestini”
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Il Paese che cambia
Sei milioni di italiani vanno all’estero, in crescita i “moderni clandestini”
di Paolo Lambruschi
Quasi il 50% dei giovani che scappano dall’Italia ha meno di 34 anni
L’Italia fuori dall’Italia continua a crescere anche se a ritmo più lento. Un popolo di quasi sei milioni, un decimo circa dei 58,8 milioni di italiani residenti in Italia e sempre più giovane. Dopo il Covid, per gli studiosi è iniziata una nuova fase della mobilità italiana con il ritor- no consistente delle migrazioni interne. Lo afferma il Rapporto italiani nel mondo (Rim) 2023 della Fondazione Migrantes della Cei, curato da Delfina Licata, presentato ieri a Roma.
Lo studio prende in esame i dati del 2022, anno in cui i movimenti migratori esterni ufficiali sono calati del 2% mentre quelli interni (1 milione 484mila) sono tornati a crescere del 4% rispetto al 2021.
In Italia la direttrice è quella classica Sud-Nord con le regioni settentrionali sempre attrattive - soprattutto Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia – e quelle meridionali che si spopolano, ma la mobilità italiana e internazionale si conferma complessa.
Il capitale terrone
- Categoria: Nord-Sud
Così il Sud arricchisce il Nord
di Gianfrancesco Turano
Oltre 5 miliardi ogni anno. Tra spesa delle famiglie e finanziamenti statali è il trasferimento di ricchezza verso il Settentrione dovuto all’esodo dei giovani. Che spacca il Paese ancora di più
Il tram numero 9 dell’Atm di Milano racconta storie diverse secondo l’ora e il giorno. Intorno al pranzo ci sono i senza fissa dimora che vanno a mettersi in fila all’Opera San Francesco di piazza Tricolore, accanto all’hotel di lusso Château Monfort. Nel fine settimana, dalla sera, il 9 diventa il mezzo di trasporto ufficiale dei giovani in transito verso i quartieri di movida attraversati dai binari: Porta Venezia, i Navigli, via Savona. Sono tirati a lucido, parlano di esami e di tesi magistrali. Non temono di affrontare i conti di bar e ristoranti dove l’autista Atm, con il suo stipendio di 1.500 euro, avrebbe paura a entrare. Come il tranviere arrivato a Milano in cerca di lavoro, i passeggeri del 9 hanno in larga maggioranza accenti del Sud appena addomesticati da quel flair meneghino che oggi significa, per dirla con il Dogui dei film dei Vanzina, «stare in pole position».
Anche quest’anno la meglio gioventù della borghesia meridionale si è spostata in massa verso gli atenei del Centronord, quelli che promettono lavoro sicuro e persino qualificato. I politecnici di Torino e Milano, la Bocconi, la Cattolica, il San Raffaele Vita e salute, la Sapienza di Roma, Iulm, Ied, Lumsa. Privato è meglio. Si entra più facilmente anche se si paga di più. Ma i figli sono pezzi di cuore. Nessuno lo sa meglio di una madre o di un padre che vivono in un Mezzogiorno travolto dalla crisi economica, demografica, dove persino le mafie ormai recalcitrano a investire.
Vajont, sessant’anni dopo il padre di tutti i disastri
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9 OTTOBRE 1963. Il crollo della diga causò 1910 morti. Le autorità avevano nascosto i rischi idrogeologici
di Mario Di Vito
Getty Images
Della notte del disastro restano dei frammenti. Alle 22 e 39 di mercoledì 9 ottobre 1963 in televisione c’è una partita di coppa tra Real Madrid e Rangers di Glasgow, ma la corrente va via e l’intera valle del Vajont resta al buio. Comincia a tirare un vento umido, quasi bagnato. E in quattro minuti esatti succede tutto: 260 milioni di metri cubi di fango e pietre si stacca dal monte Toc creando un’onda alta 250 metri che si infrange sulla montagna opposta e fa tabula rasa di tutto quello trova nel mezzo: la parte bassa di Erto e Casso. Poi Longarone, Codissago, Castellavazzo e, alla fine di tutto, la valle del Piave.
Laudate deum
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ESORTAZIONE APOSTOLICA
Laudate Deum
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
A TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ
SULLA CRISI CLIMATICA
1. “Lodate Dio per tutte le sue creature”. Questo è stato l’invito che San Francesco d’Assisi ha fatto con la sua vita, i suoi canti, i suoi gesti. In tal modo ha ripreso la proposta dei salmi della Bibbia e ha ripresentato la sensibilità di Gesù verso le creature del Padre suo: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6,28-29). «Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio» (Lc 12,6). Come non ammirare questa tenerezza di Gesù per tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino?
La ferocia di Marzabotto. Come addestrarono i carnefici
- Categoria: Tommaso Fiore
La Strage del 29 settembre 1944
di Daniele Susini*
Il 29 settembre 1944 alla prime luci dell'alba iniziava il più grande massacro di civili compiuto in Italia e in tutta l’Europa occidentale dai nazifascisti: la strage di Marzabotto. Nel comprensorio ai Monte Sole, nel primo appennino bolognese, tra il 29 settembre e il 5 ottobre vengono uccisi 770 civili: precisamente 217 bambini, 392 donne e 132 anziani, nei comuni ai Grizzana Moranai, Marzabotto, Monzuno. Se le vittime sono civili italiani, i carnefici furono Le SS della 16. SS-Panzer-Grenadier-Division ”Reichsführer-SS” in particolare il battaglione SS-Panzer-Aufklärungs-Arbteilung 16/16, specializzato nella guerriglia antipartigiana e i soldati dellaa Wehrmacht del reggimento Grenadier 1O59/362 Infanterie-division.
Vattimo. Con l'ermeneutica garantì il pluralismo delle idee
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Il pensiero
di Federico Vercellone
Gianni Vattimo è stato uno dei più grandi rappresentanti della filosofia europea di tradizione ermeneutica, che si rifaceva cioè alla moderna teoria dell'interpretazione. Era nato a Torino il 4 gennaio del 1936 e aveva compiuto quest'anno ottantasette anni.
Le sue opere sono tradotte, conosciute e discusse in tutto il mondo, in Europa come negli Ѕtati Uniti e in America Latina. Le sue carte sono custodite presso l'Università Pompeu Fabra di Вarcellona, nell'archivio creato e curato dal professor Ѕantiago Zabala.
Vattimo studia alla scuola di Luigi Pareyson insieme a Umberto Eco. Ѕi tratta di una scuola ricchissima di autori di primo piano che hanno dato un nuovo volto alla filosofia italiana nel mondo. Ѕi laurea in filosofia nel 1959 con una tesi su Il concetto di fare in Aristotele che uscirà poi per i tipi di Giappichelli. Negli anni cinquanta del secolo scorso lavora anche alla Rai per poi recarsi in Germania e studiare con alcuni dei massimi rappresentanti della filosofia dell'epoca, in particolare Hans-Georg Gadamer che, insieme a Luigi Pareyson, lo introduce nell'ermeneutica intesa come teoria dell'interpretazione e cioè nella filosofia intesa come teoria dell'interpretazione del mondo della quale Vattimo costituisce uno dei grandi maestri contemporanei.