Occhiate in giro
PROPAGANDA che non convince
di Tommaso Fiore
In nessun tempo mai in Europa, prima di adesso, la propaganda è stata considerata un corpo a parte, tagliato fuori da tutto il resto, e svolto con nessun legame coi fatti reali. Propagande bugiarde, intendiamoci bene, sono state sempre fatte, dalle tirannidi dai governi fascisti e, in genere, da ogni forma di oppressione, almeno dal tempo di Ferdinando il cattolico, di Carlo V, di Luigi XIV, per arrivare poi a Napoleone e agli altri. Ma costoro non avevano la pretesa di farsi paladini, come oggi le Americhe, della libertà e della democrazia! Il che non impedisce che le Americhe, nella loro azione si limitino a gridar raca contro i nemici della democrazia; di fatti però in nessun punto la loro politica mostra il più piccolo riguardo alla democrazia.
Passato il primo momento di slancio dopo la caduta del fascismo, regimi di conservazione filofascisti si vanno ristabilendo quasi dovunque nell'Europa occidentale, in Francia, in Italia, nella stessa Germania, dovunque formazioni semifeudali cercano di avvantaggiarsi a spesa di tutti, a danno di tutti. Così nessuno scorge più problemi nella loro realtà. Cioè anche la soluzione dei problemi di politica estera si prospetta a tutto vantaggio delle vecchie classi dominanti e del cieco conservatorismo.
Il maggiore di questi problemi è, si sa, di armare o non armare la Germania, a difesa della libertà dell’Occidente. Questa è la propaganda. Sta di fatto che il ritorno al potere degli antichi nemici della Francia come degli Stati orientali e, in fondo, della stessa Italia, anzi il richiamarli in vita a forza e ridar loro vigore senza che costoro si siano formati una coscienza democratica, e un grosso rischio, un danno sicuro, contro il cosiddetto pericolo comunista, vero e falso che sia, ma certo non piazzatosi al centro d'Europa, per rovinarla tutta un'altra volta. Com'è possibile che l'Europa debba essere difesa ad est per mezzo di una soldataglia agguerrita, a cui sin ora non si è predicato che l'orrore delle armi? Senza dire poi che un esercito di metà della Germania, ridotto cioè ai soli nazisti e ai nostalgici di Hitler sarebbe per la sua natura un grave ostacolo all'unificazione della Germania.
Un esercito europeo con al centro un esercito tedesco, vuol dire che il primo viene modellato ed assorbito dal secondo. E come ricostruire l'Europa sotto la guida di una nuova Wehrmacht? Queste costruzioni per mezzo di orde di distruttori noi le conosciamo sin dai tempi di Tacito: «fanno un deserto e lo chiamano pace». Ma poi resta sempre il punto più importante, che cioè l'URSS vedrebbe nella ricostruzione dell'esercito tedesco il più grave pericolo per lei, la minaccia di un'offensiva diretta contro il proprio territorio e contro quello delle nuove repubbliche popolari, Insomma sarebbe una provocazione diretta contro Russia, una sfida ad attaccare, un motivo di guerra acceso a bella posta, e dunque non in funzione democratica.
Contro questo stato di cose, di una evidenza lapalissiana, a nulla servono le parole, le grandi definizioni, le impostazioni di principi contro la realtà del fatti. La insicurezza della democrazia in Europa, la sensazione che questa viene insidiata giorno per giorno tanto più da quando l'America opera in mezzo a noi e ci soffoca nella polvere sottile della sua propaganda, si fa sempre più viva nelle coscienze di tutti. Dovunque vi sono forze reazionarie c o m p r e s s e dalla guerra, voi, americani, pare facciate di tutto per scovarle, per lustrarle, per rimetterle in forza, per dar loro un onore, sopratutto un'arme per offendere. E per il resto vi contentate di parole, parole, parole.
Lasciamo da parte le prospettive strategiche, le preoccupazioni commerciali, ispirate a un meschino interesse. Non si può dire che la vostra politica, nazionalisticamente egoistica, mostri fior di intelligenza. Voi combattete per la pace? Ma voi in realtà vi affidate alle forze più reazionarie della storia in qualsiasi parte del mondo, dalla Corea al capo Finisterre, passando per il vicino Oriente, per la Grecia e per tutta l'Africa del nord. E come possiamo fidarci di regimi feudali di oligarchie finanziarie? O che civiltà è quella che costoro rappresentano?
Avete un bel predicare la libertà e la difesa dell'Occidente, la personalità umana e il rispetto che le si deve. Ogni popolo conosce istintivamente i propri nemici, presso ogni popolo vi sono tradizioni che non si sono formate a caso. Dimodochè dovunque, in Europa come in Asia, il popolo si è sentito messo da parte, dimenticato dai nuovi padroni del mondo, consegnata mani e piedi nelle mani dei suoi nemici. Indubbiamente voi spendete, bene o male, dei milioni. Ma per assistere chi? Tutti s'accorgono che i vostri aiuti non raggiungono mai le condizioni reali di esistenza delle classi popolari e le loro condizioni di lavoro, Dove vanno a finire dunque? Dirò di più: alcuni di voi sono stati abbastanza onesti per denunciare prezzi eccessivi di alcuni prodotti industriali, che si potrebbero vendere per la terza o quarta parte del prezzo; altri hanno osservato che l'abisso fra ricchi e poveri, almeno in Italia, ogni giorno più profondo. Dunque? Che provvedimenti ha preso la vostra politica onnipotente? Di quanti gradi è deviata verso sinistra?
Ma voi risalite nella trincea più alta della vostra propaganda: il comunismo. Ecco il remico della libertà! Ma questo dovete ragionarcelo coi fatti, non già affermarlo apoditticamente, come se voleste folgorarci con questa verità, sino a fanatizzarci e spingerci, masse cieche e urlanti, una nuova crociata. E' facile gridare il «crucifige contro qualcuno! E già i primi ad essere perseguitati come grande massa furono proprio i nuovi cristiani. Anch'essi furono considerati dovunque come «nemici del genere umano » e, come tali, trattati poco gentilmente. Un po' di prudenza dunque, per parte nostra, richiede che noi non perdiamo la testa, che non ci lasciamo montare la testa. Dopo tutto i comunisti non sono venuti nei nostri paesi, non hanno contribuito a spogliare la povera gente, scavare ancora di più l'abisso ormai incolmabile tra ricchi poveri!
Per concludere, a questo punto voi potreste, volendo, cominciare a dar principio a un'azione politica più efficace, veramente efficace, in accordo con la vostra, propaganda. La libertà, la civiltà, voi lo sapete, si difendono sul terreno sociale, lottando contro la miseria, l'avvilimento, la disperazione, anziché sul piano militare. Solo a questo modo l'Europa Occidentale potrebbe svilupparsi, rinsaldarsi e diventar forte. E la pace sarebbe perciò garantita, e con essa la democrazia.
Il Paese, 11 marzo 1952