Verrà presentato il 1° giugno nell’Agorateca in via Stefano Lorusso, 1 ad Altamura, accanto alla scuola “Tommaso Fiore”, il libro Gli altamurani e la Resistenza. Il contributo degli antifascisti e dei partigiani alla lotta di Liberazione, di Giuseppe Dambrosio, edito da Il Circolo delle Formiche.
Coordina Fulvio Colucci, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno e scrittore.
Intervengono:
Rosa Melodia, Sindaca di Altamura,
Margherita Fiore, assessora alle Culture del Comune di Altamura,
Anna Gervasio, direttrice Ipsaic (Istituto pugliese per la Storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea),
Pati Luceri, docente
Giuseppe Dambrosio, autore del libro.
Seguiranno interventi programmati di parenti di antifascisti e resistenti altamurani e dell’Anpi di Altamura.
In occasione del settantasettesimo anniversario della 25 aprile è stato dato alle stampe il volume curato da Giuseppe Dambrosio dal titolo “Gli altamurani e la Resistenza, il contributo degli antifascisti e dei partigiani alla lotta di Liberazione”. Il libro, edito dal Circolo delle Formiche (associazione che opera ad Altamura dal 2004 con numerose e qualificate iniziative), reca la prefazione di Pasquale Dibenedetto e si avvale della grafica brillante dell’art director Antonio Cornacchia. L’obiettivo principale della pubblicazione è quello di riportare alla luce il ruolo fondamentale e ancora trascurato dei meridionali durante la Resistenza, in particolare quello degli altamurani. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel discorso tenuto in occasione del 25 aprile 2022 ad Acerra, dove avvenne l’eccidio di 88 civili da parte dei tedeschi tra l’1 e il 2 ottobre 1943, ha rimarcato l’assunto su cui si fonda il libro: “Ma, pur se la resistenza nelle regioni del Sud ebbe una storia più breve – ha detto - ne va sottolineata l’importanza, in termini di coraggio, valore e sacrificio. Senza dimenticare il contributo offerto alla lotta partigiana al Nord da tanti militari originari di regioni del Mezzogiorno”.
Il libro è il primo studio sistematico sugli antifascisti e partigiani altamurani che furono protagonisti della Lotta di Liberazione e si apre con un saggio su i “Meridionali e la Resistenza” nel quale si approfondiscono alcune questioni nodali: il contributo dei meridionali nella formazioni partigiane; le rivolte spontanee dei contadini; la lotta spontanea contro i tedeschi, esplosa prima e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943; gli episodi di resistenza di civili e militari ai tedeschi in diverse città del Mezzogiorno; gli eccidi dei civili e dei militari e un’analisi degli eventi che si susseguono ad Altamura dall’8 settembre 1943 al 1945.
Segue una circostanziata analisi sui “sovversivi” della città murgiana desunto dal Casellario Politico Centrale dove emergono, tra gli altri, i nomi che hanno segnato la storia della città murgiana: Tommaso Fiore, Pasquale Caso, Sante Cannito ed altri.
La parte più nutrita del lavoro di ricerca riguarda il censimento dei partigiani altamurani. Per la prima volta si ha un’idea precisa degli altamurani che militarono nelle diverse formazioni partigiane in Italia e in altre nazioni europee. L’elenco è corredato da schede anagrafiche desunte dall’Archivio di Stato Centrale nel Fondo Ricompart Archivio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani, che danno informazioni utili a chi voglia procedere con ulteriori approfondimenti. I risultati della ricerca smentiscono un luogo comune, protrattosi nel tempo, sull’esiguo numero di partigiani meridionali che militarono in prima fila sulle Alpi, sugli Appennini e con incarichi di primo piano.
Vengono riproposte le “Memorie” di Michele Cornacchia, che operò nelle Langhe in Piemonte, nella divisione Bra e nella brigata autonoma “Amendola” dal 15 giugno 1944 all’8 maggio 1945 con il nome di battaglia “Nino”. Alcuni temi riguardanti la guerra sono affrontati con lucidità e perizia. Ma la parte più toccante è l’esperienza partigiana. Senza retorica, gli episodi si snodano in un crescendo narrativo caratterizzato dalla drammaticità che cattura il lettore. In queste pagine ci sono la storia, i valori, i sentimenti, le aspirazioni dei “combattenti” che hanno voluto un’altra Italia libera e democratica.
Nella parte finale vengono ripubblicate (tratte da Le Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli, Torino, Einaudi, 1955) le toccanti lettere di Paolo Casanova alla madre, ai fratelli e alla sorella prima di essere fucilato dai nazisti a Verona il 9 febbraio 1945 per appartenenza a banda armata e fornitura di munizioni.
Il libro si chiude con una scheda biografica su Michele Bolognese, uno degli Internati Militari Italiani (IMI) che si rifiutarono di collaborare dopo l’8 settembre 1943 con i tedeschi e i repubblichini di Salò (nota come “l’altra resistenza”), tradotto nei campi di concentramento di Sandbostel e Wietzendorf.