Fabio Perinei

Il sindaco e parlamentare della Murgia da conoscere e ricordare

di Giuseppe Dambrosio

Esattamente 15 anni fa, il 21 febbraio 2009, finiva prematuramente (a 64 anni) l’esperienza umana e politica di Fabio Perinei, un gigante della storia politica, sociale e culturale altamurana.

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Nato in una famiglia del popolo - il padre, Giuseppe, era un noto fruttivendolo con un chiosco in piazza Castello e la mamma Lucia Marrocoli, casalinga - di cui andava orgoglioso, dopo una infanzia vissuta all’ombra della parrocchia di Santa Teresa: «Quell’edificio di culto cattolico era attaccato al carcere mandamentale a fianco del quale viveva la caserma dei carabinieri. Una sequenza significativa oggi per me. Chiesa, carcere, caserme, tre istituzioni di verse tra loro, uguali per la funzione esplicata: quella repressiva», frequenta elementari al “Garibaldi con il maestro Giovanni Plotino, padre di Vito Plotino che nel 1993 sarà sindaco di Altamura (il primo sindaco del MSI, Movimento sociale italiano, partito di ispirazione fascista) avversario politico tra i più pungenti col quale Fabio ingaggerà un animato scontro politico. Alla scuola media incontra la professoressa Angela Maggio che lo incoraggerà a proseguire gli studi al liceo classico per “la sua propensione per le materie umanistiche” assecondando le sue innate doti scrittorie. Al liceo ha la fortuna di incontrare due docenti che segneranno la sua formazione e lo apriranno alle tematiche sociali e politiche: il professor Ercole di Barletta e il professor Enzo Marchetti col quale avvia un proficuo confronto culturale e letterario. Alla fine del liceo conosce la Rosaria Brunetti, studentessa della scuola Magistrale di Matera che lo affiancherà e lo sosterrà tutta la vita: la ragazza “dai capelli lunghi e biondi”, così la definirà in un suo scritto.

Negli anni ’60 frequenta una “comitiva” di giovani coi quali condivide interessi e passioni, con alcuni all’università di Bari e con altri “fuori sede a Roma”. I riverberi del Sessantotto si sentono anche nella provinciale Altamura. A tal proposito in alcuni suoi appunti così rappresenta quel periodo: «Poco più che ventenni c’imbattemmo nel Sessantotto; poi vennero la contestazione, il Vietnam, i ‘titoli rossi’ di alcuni giornali. E ci unimmo ancora di più. Passavamo ad ascoltare De Andrè e Gaber o i canti del Nuovo canzoniere. La ‘politica’ ci diede una nuova dimensione, ci dischiuse altri orizzonti. Leggemmo Pavese ed Hemingway, Pasolini e Carlo Levi ed altri libri ancora; scoprimmo le poesie di Scotellaro». La passione per i grandi meridionalisti lo accompagnerà per l’intera esistenza a cominciare dal suo concittadino Tommaso Fiore di cui lesse voracemente tutte le opere.

Seguirono le esperienze del Centro Servizio Culturale e del “Graziano Fiore”: «Con un ingegnere e un avvocato, facevamo meno di cent’anni in tre, fondammo un Circolo per testimoniare immediatamente un itinerario, per emblematizzare valori politici che facevamo nostri. In quel monolocale lungo come il ‘transatlantico’ ascoltammo in tanti i canti dell’America Latina, le canzoni impegnate di Giorgio Gaber e Fabrizio De André, la nona di Beethoven; leggemmo insieme gli ultimi numeri del Risveglio del Mezzogiorno di Tommaso Fiore e tenevamo sempre su un tavolo da ping-pong Il Manifesto e L’Unità, su cui, per primo cercavamo il Punto Rosso di Fortebraccio…».

Dopo la laurea in Filosofia, conseguita con una tesi su Pier Paolo Pasolini, inizia la sua attività di docente in diversi centri lucani per poi approdare alla scuola media “Padre Pio” di Altamura dove svolgerà ininterrottamente il suo insegnamento fino al pensionamento. Amava il suo mestiere e soffriva quando i “suoi” ragazzi andavano incontro al fallimento e venivano bocciati.

Entra nel 1973 nel partito comunista, allora guidato da Tommaso Clemente, e inizia la sua attività di militante nella sezione di “E. Berlinguer” di Altamura: «…la mia attività politica è sempre consistita nell’attaccare manifesti, diffondere volantini salire sui palchi – in tantissime città – per fare comizi, battersi per realizzare una strada, un tronco di acqua e fogna, una piazza, un’aiuola, vendere la domenica L’Unità, adoperarsi come consigliere comunale per l’avanzamento, non solo materiale, della propria città. Costruire una festa-lotteria-sottoscrizione per finanziare il partito».

Dopo aver ricoperto la carica di consigliere provinciale nel 1980 viene eletto sindaco della città di Altamura il 5 agosto 1983, il primo sindaco comunista, incarico che porterà a termine nel 1985. Con il suo stile e la regia di Stefano Losurdo, Fabio inventa un “nuovo metodo di lavoro”: si portano a compimento le opere pubbliche già messe in cantiere dalle amministrazioni precedenti (lo stadio in via Mura megalitiche, la Palestra Polivalente, il Palazzetto dello Sport in via Manzoni, la Piscina Comunale, i bagni pubblici in piazza Santa Teresa, il nuovo Carcere Mandamentale). Si consegnano 163 alloggi popolari e se ne costruiscono altri in su via Bari e in zona Fornace. Ma il vero fiore all’occhiello è rappresentato dalle attività messe in cantiere a livello culturale. Il prolifico e geniale assessore Onofrio Pepe, insieme a dei giovani anarchici, si inventa L’Estate Murgia, un’originale Rassegna di musica, teatro e di altre estrose attività sull’onda dell’Estate Romana di Renato Nicolini.

Nelle elezioni europee del giugno 1989, l’elezione a Strasburgo della deputata barese Adrian Ceci rende possibile l’entrata in Parlamento di Fabio Perinei in quanto primo dei non eletti. Diventa deputato a 44 anni entrando a far parte della commissione Affari sociali e Sanità, dove comincia ad occuparsi della protezione dei lavoratori esposti ad agenti nocivi come l’amianto, della riforma infermieristica, della legge sul sangue, dei sussidi ai portatori di handicap, della legge sui trapianti degli organi. Racconterà in un suo scritto: «…I primi giorni mi perdevo per le strade di Roma. Spesso, pur essendo vicino a piazza Montecitorio, chiedevo in giro dove fosse il Parlamento. Oppure mi capitava di perdermi nel Palazzo e chiedevo ai commessi dove fosse l’uscita. Lì era un labirinto. Questa è la mia storia normale, dolce, che ho vissuto».

Nell’ aprile 1992  si tengono le prime elezioni politiche con la preferenza unica. Il PDS, partito democratico della sinistra, lo candida alla Camera e, non trovando un candidato a Gravina per il Senato, vuole che si candidi anche al Senato. La sezione di Altamura ritiene la doppia candidatura molto rischiosa. Lui, anche se con grande difficoltà, finisce con l’accettare le indicazioni del partito.  Nel programma elettorale mette al primo posto un piano di infrastrutture per il territorio murgiano: un centro operativo Inps, l’ammodernamento della SS 96, un distaccamento dei vigili del fuoco, uno dell’Agenzia delle entrate, il nuovo ospedale ed altro ancora.

Alla Camera risulta il primo degli eletti nella circoscrizione Bari-Foggia con 13.260 preferenze, superando il capolista Reichlin, un pezzo da novanta del partito.  Al Senato è il quarto degli eletti in Puglia con 26.264 preferenze. Opta per la Camera. Pubblica un piccolo volume di storie vissute Un onorevole in piazza, Piazza Edizioni. Scrive in un suo intervento alla vigilia delle elezioni: «Vi chiediamo di tenere ancorato questo paese alla Democrazia, alla Repubblica parlamentare, alla Costituzione sottraendovi alle suggestioni plebiscitarie, che appunto, in una fase di transizione, possono spalancare le porte all’avventura».

Alle nuove elezioni politiche del 28 marzo 1994, le prime con collegi uninominali, viene eletto alla Camera con la coalizione dei Progressisti con il 45,5%, pari a 32.165 consensi. In Parlamento è di nuovo all’opposizione, questa volta del primo governo Berlusconi. In commissione Affari sociali si occupa della proposta di legge per facilitare la donazione di organi attraverso il “silenzio-assenso”. La legge verrà approvata solo nella legislatura successiva. Quando ritorna a Montecitorio avverte una nuova situazione: «Quando alla Camera ho preso posto ho davvero avuto la prova fisica che la destra, guidata da Berlusconi, disponeva di un numero impressionante di deputati. Quando gli hanno votato la fiducia, il battito delle mani che arrivava da quel settore del Parlamento spostava l’aria…Ferdinando (Pappalardo n.d.r.), per sua fortuna, al Senato se la passava meglio. Lì eravamo quasi pari». Sul fronte culturale Perinei guarda lontano: «Penso siano ormai mature le circostanze per misurarsi, qui ad Altamura, con una ipotesi-progetto di valorizzazione turistica della città e del territorio su cui insiste:         «…Fra alcuni anni l’Homo arcaicus può darsi si riveli, per l’attrazione che potrà esercitare, una sorta di Cappella Sistina». «… E se le città di Altamura, Gravina, Cassano e Matera si incontrassero e insieme elaborassero un circuito turistico, un piccolo atlante promozionale e dei brevi spot pubblicitari che rappresentassero le nostre eccezionali risorse ambientali e artistiche, diventeremmo più ricchi e il nostro territorio comincerebbe a diventare finalmente un pezzo di Europa». Intuizioni profetiche che ancora oggi risultano, purtroppo, del tutto inattuate.

Alle elezioni politiche che si tengono il 21 aprile 1996, che saranno vinte in Italia dall’Ulivo di Prodi, il parlamentare della Murgia perde il seggio del collegio uninominale per 47 voti, pur avendo conseguito il maggiore consenso di sempre: il 53% ad Altamura e 32.842 voti nel collegio. Tra le cause della sconfitta le divisioni nel PDS di Gravina in Puglia e un articolo del quotidiano barese La Gazzetta del Mezzogiorno che il giorno prima del voto lo accusa, assieme ad altri, di una truffa ai danni della provincia, accusa subito dopo archiviata dalla magistratura.

Torna all’insegnamento e continua ad occuparsi di questioni politiche sul territorio, nel PDS. Così delinea la fase che lo aspetta sul settimanale Piazza: «Mi separo dalla funzione parlamentare, che ho cercato sempre di onorare e di rendere fertile il Paese, per il sud e per la gente della mia terra, con grande serenità. Ritorno a partire dal 9 maggio, dai ragazzi della scuola media “Padre Pio”. Riconquisto così la dimensione che più mi è propria, una dimensione più circoscritta, più periferica, più ‘provinciale’. Le donne, gli uomini, i ragazzi e le ragazze della Murgia, da tanti, tantissimi anni mi ha dato molto, forse persino troppo rispetto alle mie reali, effettive capacità».

Nel 1999, insieme a tanti altri, promuove e partecipa al Coordinamento per il bicentenario della rivoluzione del 1799, che organizza numerose iniziative culturali per ricordare l’esperienza repubblicana di Altamura sul modello di quella partenopea di due secoli prima.

Nel 2001, alla fine di un anno che aveva visto trionfare il centrosinistra con propri rappresentanti sia al comune, sia sul territorio e in Parlamento, viene eletto segretario della locale sezione dei DS

Nel 2002 si dimette, in disaccordo con un’azione amministrativa giudicata poco innovativa e con l’applicazione sul territorio murgiano (nel frattempo divenuto Parco nazionale) di leggi regionali che permettono la costruzione di capannoni ed opifici in deroga al piano regolatore. In una lettera inviata allo Studio legale dell’avvocato Ventricelli il 30 gennaio del 2003 esterna il suo disagio e il suo pessimismo: «Ho dato e ho avuto tantissimo. Ora non sono più in grado di riaccendermi. Non per la politica ma per il partito. Più giorni passano, più l'avverto come cosa estranea: sono fuggite tutte le idealità, sono scappate le utopie di una volta, sono state annullate le dedizioni, sono stati dissolti certi nostri costumi». Siamo all’epilogo, si allontana dal suo partito non rinnovando la tessera dopo 30 anni.

Negli ultimi anni di attività continua il proprio impegno civile partecipando a numerosi comitati e coordinamenti di base: al movimento contro la guerra in Iraq e in difesa della Costituzione, a quello per il rilancio del Parco nazionale dell’Alta Murgia e alle marce per la pace, o per la valorizzazione di beni archeologici come l’Uomo arcaico e le Orme dei dinosauri.

Dopo il manifestarsi, qualche mese prima, dei primi segni della malattia il 21 febbraio 2009 muore ad Altamura a 64 anni non ancora compiuti. I funerali si svolgono con rito civile nella sala consiliare con grande partecipazione popolare.

Una storia unica e irripetibile, quella del “monaco rosso” - così veniva apostrofato dai più - che i cittadini altamurani e murgiani dovrebbero conoscere e ricordare.

Bibliografia e sitografia

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Fabio Perinei, Un Onorevolole in Piazza, Piazza edizioni, Altamura, 1992.

Settimanale Piazza.

Settimanale  Carta Libera.

Silvio Teot,  A Furor di popolo, Fabio Perinei e la stagione della Murgia, Piazza edizioni, Altamura, 2010.

https://www.fabioperinei.it/, Archivio Fabio Perinei.