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Altamura, negli anni Venti, era capoluogo del circondario situato nella parte sud-ovest della provincia di Bari, con una superficie di 1641,50 km2  ed una popolazione complessiva di 124.000 abitanti.

 

  La città comprendeva sette mandamenti: Altamura, Gravina di Puglia, Santeramo in Colle, Gioia del Colle, Noci, Cassano delle Murge e Grumo Appula. Fino agli anni Trenta fu sede della Sotto Prefettura.

La popolazione di Altamura era di 27.791 abitanti, (dati del sesto censimento del 1921) distribuiti nelle cinque parrocchie allora esistenti: Cattedrale (8.445), Trinità (5.802), Consolazione (4.927),  S. Teresa (4620) e S. Nicola (3.997). Agli abitanti del centro della città (27.501)  erano da  sommare i 290 abitanti residenti nella zona di Casale. In occasione del rilevamento statistico del 1921 la città fu suddivisa nelle seguenti frazioni: 1) rione S.Giovanni, 2) Soccorso, 3) Giardini pubblici, 4) S. Leonardo, 5) Trinità, 6) S.Antonio, 7) S. Domenico, 8) S. Nicola, 9) S.Agostino, 10) Sottoprefettura, 11) Carmine, 12) S.Teresa. C’era poi la frazione Casale sulla via per Santeramo.
I votanti erano 4.989 (dati elezioni amministrative dell’ottobre 1920). La legge elettorale allora vigente  era regolata dal R. D. 4 febbraio 1915, n. 148: risultavano elettori coloro che pagavano  annualmente nel comune una contribuzione diretta erariale o tasse comunali di vario tipo.
Le attività economiche prevalenti erano legate alla cerealicoltura (si contavano allora ben 5 mulini operanti e 11 forni in attività) e alla pastorizia (lavorazione di lana, pelli e di prodotti caseari). Nutrito era il settore del commercio e il ceto impiegatizio. Erano presenti tre sportelli bancari: la Banca Sabini, la Banca Mutua Popolare Cooperativa e la Banca dei Fratelli Martucci. Dopo la Grande Guerra, la città  affrontò un periodo di grave crisi economica, mettendo  a nudo la situazione di grave malessere delle classi meno abbienti. Nella  città allora si contavano 1200 disoccupati e molti erano i poveri e gli indigenti.