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UN DISCORSO INSANGUINATO
di Adriano Prosperi
Mussolini? Un leader, con gli altri, tra gli altri. Così appare in mezzo a un´insalata mista di statisti italiani e di papi nella traccia più politica fra tutte quelle proposte agli esami di maturità.
La traccia ha il tema conduttore del «ruolo dei giovani nella storia e nella politica». E introduce brani di discorsi sotto il titolo «Parlano i leader». Che cosa è un leader, il vocabolario Zingarelli che ho sott´occhio lo spiega così: «Capo di un partito o di un movimento politico di indiscusso prestigio». Indiscusso il prestigio di Mussolini? La traccia è completata da una frase fra tutte celebre, più di tutte esecrabile nella storia di un regime nato da un delitto: è quella tratta dal discorso pronunciato da Mussolini il 3 gennaio 1925 alla Camera. Questo è il discorso del leader proposto alla riflessione e all´ammirazione dei giovani. E´ proprio quello della pagina più cupa e più truce della storia italiana: la rivendicazione della responsabilità personale di Mussolini nell´assassinio di Matteotti. Fu il discorso di un capobanda, di colui che si dichiarò capo di un´organizzazione a delinquere.
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Il Rogo di Gomorra
di Massimo Gramellini
Sono d’accordo con l’Amato Premier. La mafia italiana è appena la sesta nel mondo (il prossimo anno non parteciperà neanche alla Champions), la sua fama è tutta colpa di «Gomorra». Che in realtà parla di camorra ed è pubblicato dalla casa editrice dell’Amato. Ma sono quisquilie.
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Il vecchio che torna
di Barbara Spinelli
Snervato nei suoi gangli vitali. Con un’aggravante: nell’opinione pubblica cresce un disgusto senza reazione, si attendono fatalisticamente nuovi eventi ancora più squalificanti, il perpetuarsi di un’Italia regno degli amici, delle spintarelle, delle percentuali.
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Figli del ’68 nascono, crescono, muoiono.
La rivoluzione ai tempi di internet
di Vito Loiudice
Ogni giorno si ascoltano storie di giovani trentenni che vivono ancora con i genitori.Storie di giovani trentenni che pensano che forse non riusciranno mai a scrollarsi di dosso l’etichetta di bamboccione e che infine si tolgono la vita.
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Il mio numero è 175429
a cura di Giuseppe Dambrosio
Il diario di prigionia dell'altamurano Paolo Baldassarra internato nei campi di concentramento di Wietzendorf, Hannover, Freden e Fischbecker in Germania. Una testimonianza toccante, raccontata con una lucidità e una profondità incredibile e con un linguaggio asciutto e incisivo. Un modo non retorico per ricordare il dramma dei deportati. Si riporta di seguito il testo trascrizione fedele del manoscritto.
Prigionia
Dal campo di concentramento
di WIETZENDORF
Dal 20 sett - al 7 ottobre 1943
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HANNOVER
Dal 8 ottobre 1943 al 7 dicembre 1944
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(HANNOVER) FREDEN
dal 8 dicembre 1944 al 11 luglio 1945
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FISCHBECK (AMBURGO)
Dal 11 luglio 1945 al 27-luglio 1945
E cioè fino al rimpatrio.
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La toccante poesia di Adriano Sofri: il testo e l'interpretazione di due ragazze. Per non dimenticare.
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Nei ghetti d'Italia questo non è un uomo
di Adriano Sofri
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
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IL TRENO DELL´INDIFFERENZA
Un’inqualificabile vicenda che dovrebbe fare indignare tutti e dovrebbe far allontanare immediatamente gli autori di tali barbari comportamenti.
Quel ragazzo senza braccia sul treno dell´indifferenza.
Privo di biglietto, mostra i soldi al controllore ma viene costretto a scendere Quel ragazzo senza braccia sul treno dell´indifferenza.
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La memoria profanata nel Lager di Auschwitz dopo il trafugamento dell’insegna con la scritta «Arbeit macht frei» «Il lavoro rende liberi».
Un lucidissimo articolo di Primo Levi sull’interpretazione più profonda di quella frase.
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Un interessante articolo di Asor Rosa sugli autori della narrativa italiana contemporanea. Un panorama confortante che merita attenzione e conoscenza.
La Sardegna della Murgia, la Puglia di Lagioia, la Napoli della Parrella, la Sicilia di Vasta. Così la "periferia" è di nuovo al centro dei romanzi che vogliono raccontare con occhi nuovi il paesaggio del Paese
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