Gentiloni non legge, non ha tempo. E non gli serve
di Piero Bevilacqua
La lettera che l’editore Giuseppe Laterza ha inviato a la Repubblica il 20 giugno merita di essere messa al centro di una riflessione non superficiale. L’editore romano manifestava il suo stupore e la sua preoccupazione per la risposta che il presidente del consiglio Paolo Gentiloni aveva dato a chi lo intervistava sul palco del «Festival delle idee» organizzato dalla stessa Repubblica.
Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico impegnato in guerra nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri ad Auschwitz. Nel suo peregrinare passa per il campo prigionieri di Altamura numero 65. Nel libro di Auschwitz. Ero il numero 220543, pubblicato nel 2011, sono descritte le condizioni in cui si viveva.
“Come Galimberti aveva la religione dell’antifascismo, io ho la religione della guerra partigiana. Quindi per come l’ho vissuta è stata un’esperienza fantastica e formidabile, quasi incredibile per un Paese come il nostro pieno di ‘tira a campare’ e di ladri”. Raccontava Giorgio Bocca, quasi novantenne, nella sua casa di Milano, e ricordava orgoglioso quando si batteva contro i nazifascisti in una divisione partigiana di Giustizia e Libertà.
Le oligarchie e il suicidio delle vecchie sinistre
di Barbara Spinelli
Analizzando la socialdemocrazia nel 1911, Robert Michels parlò di legge ferrea dell’oligarchia: per come si organizzano, e per come tendono a occuparsi della sopravvivenza degli apparati, i partiti diventano pian piano gruppi chiusi, corrompendosi.
L'Orrore della bomba atomica, una lotta che non finirà mai
di Günther Anders*
«Supponiamo che i nostri sforzi siano stati coronati da successo, che i fini per cui lottiamo da anni siano stati raggiunti; che le cosiddette esplosioni sperimentali e i voli di prova siano stati sospesi; che la produzione di armi atomiche sia cessata, le armi esistenti disinnescate, le basi dei missili smobilitate; e che un controllo reciproco impedisca che la minaccia prosegua nascostamente; che cosa avremo ottenuto?
Trentasei anni fa la strage di Bologna eseguita dai fascisti. Ancora non è stata fatta luce sui mandanti
di Libero Mancuso
Trentasei anni, sono trascorsi dal giorno della strage più cruenta vissuta dal nostro paese nel dopoguerra. Qui, a Bologna, esempio di buona amministrazione, di partecipazione civica, simbolo e vanto per decenni del più forte partito comunista d’Occidente.
Pochi conoscono la vicenda di Rita Atria, raccontata dal film di Marco Amenta, «La siciliana ribelle», uscito nel 2009 nelle sale cinematografiche. Il film si ispira alla tragica storia di questa ragazza, figlia di un boss mafioso ammazzato nei primi anni ‘80. Rita fu testimone oculare dell’omicidio del padre e, pochi anni dopo, fu ucciso anche suo fratello. Per vendicarli Rita decise di denunciare gli assassini.
La trovata de Il Giornale di distribuire il Mein Kampf per aumentare le vendite è semplicemente indecente. Non si capisce se è una trovata spregiudicata o se vuole essere un ammiccamento morboso ad uso di un pubblico sicuramente non avvezzo a bocconi così forti. Certo non è una lettura neutrale, e il proposito di farne l’introduzione a una serie di pubblicazioni sul nazismo non rende l’idea meno perversa.
Nuit Debout, l’enigma parigino della democrazia diretta
di Raffaele Simone
In poche settimane oltre centomila francesi si trovano in piazza per discutere di politica, ora che hanno cacciato il filosofo Finkielkraut a fischi e sputi tutti ne parlano. Il loro programma è confuso, ma la forza sorprendente.
Sono passati quasi vent’anni da quando scrissi “L’uomo flessibile”, uno studio sui cambiamenti nell’economia e nelle condizioni del lavoro, e la flessibilità a breve termine, che già a quel tempo iniziava a erodere il nostro lavoro, è aumentata e, anzi, è andata peggiorando sempre di più. I cambiamenti a cui stiamo assistendo nella moderna economia del lavoro sono una paralisi per la classe media, soprattutto la classe medio bassa, un vero ristagno. L’esperienza della flessibilità del lavoro a breve termine nelle imprese camaleontiche influisce sulla struttura delle classi sociali. Le persone “nel mezzo” hanno meno opportunità di trarre profitto dalla diversificazione delle tipologie di lavoro. L’offerta di lavoro infatti si è ridotta per loro. Allo stesso tempo le condizioni di lavoro sono diventate più intensamente legate a un regime di flessibilità.
Forse ci sono altre e numerose ragioni per capire e studiare la filosofia, e per suggerirle tutte le pagine di questo manuale appena bastano. Ma speriamo che questi pochi accenni siano sufficienti per invogliare qualcuno a comprendere che cosa voglia dire pensare. Perché il pensare, e il pensare filosofico, è quello che distingue gli uomini dagli animali.
LA GIORNATA DELLA MEMORIA HA 15 ANNI, MA SEMBRA GIÀ VECCHIA
di Luca Peretti
Quindici anni dopo, è tempo di bilanci. Il Giorno della Memoria (d’ora in poi, GdM) fu celebrato per la prima volta nel 2001. Qui proviamo a fare i conti con alcune questioni aperte, insieme ad un gruppo eterogeneo di studiosi, rappresentanti delle istituzioni ed educatori, che abbiamo incontrato o raggiunto telefonicamente e via email. Cosa è cambiato nella memorialistica della Shoah in questi anni? Come si lega a eventi contemporanei, ai cambiamenti globali, a nuove e diverse istanze memoriali? E come dialoga, se lo fa, con stermini contemporanei e ad altri genocidi?
Veniva dal «Marc’Aurelio» e ha evocato il tempo avventuroso di quell’esperienza,tra guerra e Dopoguerra,nel suo ultimo film, dedicato dueanni fa a Fellini (Che strano chiamarsi Federico) dove in realtà Federico era il pretesto per parlare anche di sé e della propria gioventù, nel comune apprendistato. Prima le vignette, glisketch e poi le gag per i film comici del Dopoguerra (per Totò, per Tino Scotti, per il primo Sordi e altri), le sceneggiature scritte in coppia con Ruggero Maccari, e poi le prime faticate regie dal ’64 in avanti, cercando una propria cifra nel grande filone della commedia all’italiana, ben oltre il comico.
L’egemonia si sposta a destra: Marine Le Pen si prende Gramsci.
Dopo Sarkozy, anche la leader del Front National imbocca la strada “italiana”
di Giampiero Martinotti
Destra ed estrema destra sono insomma riuscite ad occupare lo spazio delle idee e della riflessione lasciato libero dalla sinistra dopo la realizzazione dei grandi obiettivi socialdemocratici (il Welfare prima di tutto) e il crollo del Muro. E non hanno esitato a impadronirsi di Gramsci e a teorizzare un gramscismo di destra. Lacerata tra un desueto ritorno alle ideologie degli anni 60-70 e un blairismo col fiato corto, la gauche (francese e europea) ha disertato il campo della lotta culturale. “La sinistra ha perso la battaglia delle idee”, ha riconosciuto il segretario socialista, Jean-Christophe Cambadélis: se il sonno della ragione genera mostri, l’assenza di pensiero genera impotenza politica.
Sono passati 46 anni da quello che molti considerano il nostro 11 settembre: la strage di Piazza Fontana. Rimarrà una strage impunita quella della Banca dell’Agricoltura anche se la Cassazione ha riconosciuto che fu organizzata da una cellula di Ordine Nuovo. Quindi una strage fascista, come sempre sostenuto da chi (coraggiosi giornalisti in primis) misero subito in dubbio la matrice anarchica che alterò le indagini e portò alla morte di Giusppe Pinelli, quella che si può considerare la diciottesima vittima di Piazza Fontana. Se ormai è difficile sperare in una verità giudiziaria, quella politica e storica ormai sembra consolidata. La stessa che Pasolini scrisse sul Corriere della sera in un articolo dal celebre titolo “Che cos’è questo golpe?" che qui riproponiamo. Anche noi sappiamo. E non dimentichiamo. Non dimenticheremo.
A quarant'anni dalla sua tragica morte, Pier Paolo Pasolini fa ancora riflettere. Questo articolo, apparso sul Corriere della Sera il 9 dicembre 1973, affronta temi di estrema attualità.
Molti lamentano (in questo frangente dell’austerity) i disagi dovuti alla mancanza di una vita sociale e culturale organizzata fuori dal Centro «cattivo» nelle periferie «buone» (viste come dormitori senza verde, senza servizi, senza autonomia, senza più reali rapporti umani). Lamento retorico. Se infatti ciò di cui nelle periferie si lamenta la mancanza, ci fosse, esso sarebbe comunque organizzato dal Centro. Quello stesso Centro che, in pochi anni, ha distrutto tutte le culture periferiche dalle quali — appunto fino a pochi anni fa — era assicurata una vita propria, sostanzialmente libera, anche alle periferie più povere e addirittura miserabili.
L’ austera libreria della famiglia Bizzocchi, incastrata nel Palazzo Vescovile alle spalle del Duomo e del Municipio di Reggio Emilia, vende bibbie, madonne e bandiere dal 1907. Il tricolore ufficiale in poliestere, buono da appendere alla finestra quando gioca la Nazionale, costa appena cinque euro. La bandiera cispadana, cento centimetri per cento, in moella di seta con stemma ricamato a macchina e frangia dorata ai bordi, vale trenta volte tanto per la lavorazione artigianale che richiede. «A comprarla sono soprattutto le istituzioni: la Camera di Commercio, il Comune, le Associazione Industriali», spiega Giancarlo Bizzocchi, orgoglioso dei suoi manufatti perfino negli impercettibili difetti.
Carlo Rosselli, si deve vivere (e morire) per giustizia e libertà.
di Maurizio Viroli
"Ora è triste cosa a dirsi, ma non per questo meno vera che in Italia l'educazione dell'uomo, la formazione della cellula morale base - l'individuo-, è ancora in gran parte da fare. Difetta nei più, per miseria, indifferenza, secolare rinuncia, il senso geloso e profondo dell'autonomia e della responsabilità".
Ho conosciuto personalmente Alex Langer nel 1986 a Rovereto, quando insegnavo al Corso Lavoratori della scuola media Negrelli. Lo avevamo invitato per farci spiegare la situazione dell'Alto- Adige e la sua strategia per favorire la convivenza interetnica tra i gruppi tedesco, italiano e ladino. Una lezione indimenticabile che porto in maniera indelebile dentro di me. A trent'anni dalla sua morte volontaria, avvenuta il 3 luglio 1995 a Pian de' Giullari (Firenze) per ricordare un Testimone e un Profeta che aveva "costruito ponti" ovunque. Di seguito riporto un brano di Langer del 1991 che ancora oggi, e purtroppo senza passi in avanti rispetto adallora, è di grandissima attualità. Nel maggio 1995 lo ha dedicato il testo alla memoria di mons.Tonino Bello.
Consiglio la lettura dell'enciclica specialmente ai non credenti. E' una fonte importante sulle tematiche ambientali. Papa Francesco ha messo una parola definitiva sul rapporto con la natura e con il pianeta. Dovrebbero prendere esempio i grandi del mondo che sull'argomento non hanno mai detto cose così significative.
Quello a cui Leopardi ci mette davanti continuamente è che tutta l'energia spirituale - o chiamatela come volete - dipende da un'istanza del desiderio, del desiderio di felicità, che non è la felicità dei consumi, la felicità dell'avere, il desiderio di felicità è lo stato di mancanza, della nostra mancanza, è questo che ci rende attivi, vigorosi, lanciati ancora verso la vita.
mi ha colpito che tu ti sia rivolto a me per avere un consiglio in vista del tuo ingresso in politica. Chi ha alle spalle una carriera politica difficile, crudele e breve — come la mia — è grato che qualcuno tenga in considerazione la sua opinione. Posso solo dire che il mio pensiero ha “l’autorità del fallimento”, come scrisse Francis Scott Fitzgerald.
Parlare di antifascismo a scuola per fermare Casapound
di Christian Raimo
Insegno in un liceo a Roma, e alle volte, quando sono a scuola, nelle prime ore che magari passo in una classe nuova all’inizio dell’anno, svolgo una lezione come una specie di a parte: per presentarmi un minimo parlo del mio metodo d’insegnamento, e tra le altre cose banali che dico, ce n’è però una che purtroppo è e soprattutto risulta meno ovvia. Dichiaro di essere un professore antifascista.
NON SAPERE, PER FINTA E DAVVERO. APPUNTI SU “BELLUSCONE” PER UNA STORIA CULTURALE DI PALERMO
di Giorgio Vasta
Belluscone è (anche) un film sul linguaggio. Più esattamente sull’esperienza linguistica palermitana. O meglio ancora sulla frequente coincidenza palermitana tra linguaggio e indicibilità. In Belluscone Franco Maresco filma corpi, volti, bocche, il teatrino della parola allestito in ogni bocca, l’avventura rocambolesca di una lingua fondata sul costante andirivieni dal palermitano all’italiano al palermitano, lo sfarinarsi del lessico, la sintassi che si imbizzarrisce e disarciona il senso consueto generandone un altro ancora, liminare e illuminante.
Ieri,quando l’hanno impiccata, Reyhaneh Jabbari era una donna di 26 anni. Ne aveva 19 quando colpì con un coltello da cucina il quarantasettenne Morteza Abdolali Sarbandi, medico e già impiegato dei servizi segreti iraniani.
Nella dittatura dei corpi l’unico, violento precetto dice: «Tu devi essere magro»
di Mauro Covacich
A Napoli, nel quartiere Pianura, mercoledì scorso, un ragazzo di 14 anni si reca con il suo motorino in un autolavaggio viene deriso da tre ragazzi, perchè grasso e viene aggredito e seviziato con una pistola ad aria compressa. Il 14enne ora si trova ricoverato in rianimazione per gravissime lesioni all’intestino. Uno stimolante commento sull'accaduto.
La recente sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna ai neofascisti che nel corso di una pubblicamanifestazione hanno esibito il saluto romano e intonato “presente”, è a mio giudizio una delle rare perle di correttezza giuridica e costituzionale, e di saggezza politica, che di questi tempi abbiamo la possibilitàdi apprezzare, e per questo merita un commento più approfondito di quelli che i giornali le hanno dedicato.
La rivoluzione liberale, la riacquisizione del significato libertaristico della libertà, sembra suonare ancora come una parola d’ordine e un imperativo categorico per quel futuro migliore, per quell’Italia più giusta, più civile e più moderna per cui, prima di noi, in tanti hanno lottato tutto gettando nella lotta fino al sacrificio della vita talora; per questo Gobetti parla ancora all’Italia di oggi come parlerà a quella di domani.
Di seguito la ricerca svolta da una classe del Liceo Scientifico e Linguistico Federico II di Svevia di Altamura dal titolo "Con le mani nel sacco", prodotta per il Bando di concorso “LEGALITÁ E CITTADINANZA ECONOMICA” Sconfiggere le mafie attraverso un uso consapevole del denaro, indetto dalla Fondazione “Giovanni Falcone e Francesca Morvillo”. Un utile strumento per capire ciò che sta succedendo nella nostra città e che i nostri governanti fanno finta di non vedere.
La riforma dei Beni culturali e la memoria "usa e getta"
di Giovanni De Luna
Per restituire spessore al nostro passato c'è bisogno di più storia e meno memoria; purché sia ancora possibile fare storia e non ci si ostini a considerare i musei, le biblioteche, gli archivi spazi ludici per riempire il tempo libero delle vacanze.