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Maledetto il Paese che non ha bisogno di giovani
di Miguel Deunamuno
Non ci sono correnti vive interne nella nostra vita intellettuale e morale; questo è un pantano di acqua stagnante, non una corrente sorgiva. Solo una sassata può agitare la superficie e, tutt’al più, smuove il fango sul fondo e intorbidisce l’acqua del pozzo. Sotto un’atmosfera soporifera si estende un deserto spirituale di un’aridità terrificante. Non c’è freschezza né spontaneità, non c’è gioventù.
Ecco qui il punto terribile: non c’è gioventù. Ci saranno i giovani, ma la gioventù manca. E il punto è che l’Inquisizione latente e il formalismo senile la tengono repressa. In altri Paesi europei appaiono nuove stelle, la maggior parte di esse sono erranti e scompaiono subito dopo la loro comparsa; c’è il galletto del giorno, il genio della stagione; qui no, non c’è nemmeno questo: sempre gli stessi cani e con gli stessi guinzagli.
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Gli analfabeti ci seppelliranno
di Gian Luigi Beccaria
Il «grido di dolore» dell’Italia unita, da Pasquale Villari al glottologo Ascoli
Era appena stata fatta l'Italia. Vale la pena di risentire un celebre passo di quegli anni, la relazione di Pasquale Villari, Di chi è la colpa? O sia la pace e la guerra, 1866: «V'è nel seno della nazione stessa un nemico più potente dell’Austria, ed è la nostra colossale ignoranza, sono le moltitudini analfabete, i burocrati macchina, i professori ignoranti, i politici bambini, i diplomatici impossibili, i generali incapaci, l'operaio inesperto, l'agricoltore patriarcale, e la rettorica che ci rode le ossa. Non è il quadrilatero di Mantovae Verona che ha potuto arrestare il nostro cammino, ma è il quadrilatero di 17 milioni di analfabetie 5 milioni di arcadi».
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Giorno della memoria. Che cosa ricordare e perché farlo.
di Anna Foa
Capita di domandarsi, assistendo al moltiplicarsi delle iniziative in occasione del 27 gennaio, che cosa avrebbe detto Primo Levi di fronte a quest'ipertrofia della memoria, lui che fin dai primi anni tanto ne aveva orientato i percorsi. Perché nel suo ultimo libro, I sommersi e i salvati, egli ci appare consapevole della necessità di un ripensamento, o meglio di un approfondimento, non certo sulla necessità o meno di ricordare, ma sul senso da dare a questa memoria. Un punto su cui sempre più negli ultimi anni ci si interroga, ebrei e non ebrei: cosa ricordare e perché?
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A 41 anni da Piazza Fontana: la strage di Stato impunita!
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Niente guerre di religione sulla morte di Monicelli
di Adriano Sofri
Mancava qualcosa, alla riforma della scuola, e ora ci siamo: fuori Lucio Anneo Seneca, dentro Paola Binetti. Ieri ha parlato in Senato di Mario Monicelli come di un uomo disperato. Ha accusato:l’hanno lasciato solo, famiglia e amici. “Il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà”, ha detto. Esistono persone invasate che credono di sapere di che cosa vivano e muoiano gli altri, e giudicano. Ieri in Italia si è litigato e urlato attorno alla morte diun uomo illustre, di 95 anni, malato e lucido. Io non so quali siano stati i pensieri ultimi di Monicelli.
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Beneventano, trent'anni di un martire di camorra
di ISAIA SALES
Il 7 novembre di 30 anni fa, mentre usciva di casa per recarsi al lavoro, veniva assassinato a Ottaviano Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale del Pci. Aveva 32 anni. Fu il primo delitto di camorra nei confronti di un esponente politico comunista. Due anni prima, sempre ad Ottaviano, era stato ammazzato l’avvocato Pasquale Cappuccio del Psi, che assieme a Mimmo svolgeva una dura opposizione in consiglio comunale contro le malefatte dell’esponente politico più rappresentativo del paese, Salvatore La Marca, e dei suoi amici camorristi. Imprenditore nel settore dei rifiuti, già proprietario di alcune discariche ( compresa - in società con altri - cava Sari di Terzigno), in affari con il fratello di Cutolo,l'esponente del Psdi era stato accusato nel passato di essere un appartenente alla banda La Marca, era finito in carcere per alcuni anni e poi assolto; da sindaco (con i voti della DC) e da assessore alla Provincia si era fatto strenuo sostenitore di un campo da golf, della edificazione di numerose villette e di una "tangenziale" sul Vesuvio. Chiunque si opponeva a quella follia era oggetto di pressioni, avvertimenti e poi di rappresaglie. Il duo Cutolo-La Marca dominava il paese, controllava la vita politica ed eliminava gli oppositori: una dittatura politico-criminale che aveva avuto un precedente a Corleone in Sicilia e avrà un seguito a Casal di Principe. E Mimmo, come Peppino Impastato a Cinisi, non aveva accettato che a Ottaviano fosse negato il diritto elementare alla parola e al dissenso. Era un leader intransigente, faceva sentire alta e forte la sua voce. Insieme a Pasquale Cappuccio rappresentava quella borghesia delle professioni che non poteva sopportare che a comandare in un paese come Ottaviano ci fossero un camorrista e un politico sospettato di essere un ex bandito.
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La speranza è finita, è l’ora della volontà
In un clamore di forsennati sbraitanti, ognuna è pronunciata affinché non se ne oda un’altra: l’ultimo scritto del Nobel, poco prima di morire
In Portogallo si è fatto un grande abuso delle maiuscole. Nei discorsi politici, nel giornalismo, nei rituali delle inaugurazioni fervono gli Ideali, l'Umanità, la Patria e la Famiglia, il Dovere, le Scoperte; tutto ciò con frasi forbite e pompose, tanto più risonanti quanto più vacue.
Portano, quelle frasi, tutti gli ingredienti della tiritera dei raduni o dei discorsi parlamentari. E nella bocca dei professionisti della parola si unisce l'ausilio delle vibrazioni convenienti, che vanno dal tremolio pietoso allo stridore della fanfara. È un regalo per l'orecchio tanta maestria di orchestrazione. E uno squallore per l'intelligenza.
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Il Potere senza volto
di Pier Paolo Pasolini
A trentacinque anni dalla morte di Pasolini, un articolo del 24 giugno 2010 pubblicato dal Corriere della Sera tratto dagli Scritti corsari. Un Pasolini "profetico", inquietante e più che mai "attuale": se si legge, o si rilegge, questo brano, si può, oggi dare un volto a questo Potere di cui parla Pasolini?
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Cercando uno spazio pubblico
di Christian Raimo
Domenica scorsa apro il domenicale e vedo qualcosa di inedito: articoli di Luzzatto, Pedullà, Pacifico, De Majo, Ricuperati, Lagioia. Sono persone con cui ho condiviso dei percorsi, sono intellettuali (storici, critici, scrittori, giornalisti, politici della cultura...) che per anni hanno cercato un terreno di confronto comune che non si è quasi mai dato; trovarli tutti insieme per la prima volta dopo tanto mi ha suscitato una reazione ambivalente. Perché, mi sono chiesto, questa non è la normalità da tempo?
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“La mia felicità è una lettera di Epicuro”
L’editore che dorme nel sacco a pelo e sforna bestseller «senza prezzo» festeggia i primi quarant’anni di Stampa Alternativa nel castello di Belgioioso
«Appuntamento al bar del binario 26. Il più economico di tutta la Stazione Termini», aggiunge la calda voce di Marcello Baraghini, editore-gran terrore di librai, edicolanti e punti vendita di tomi e affini. Già, proprio così: il creatore di «Stampa alternativa», che gira con il suo ufficio itinerante tutto contenuto in uno zaino grigioverde e che, quando lascia la casa di Pitigliano, dorme nel sacco a pelo, tra i vagoni in sosta («La stazione di Bologna è la più comoda, anche se i bagni vengono chiusi alle dieci di sera») oppure sui regionali che percorrono quasi a passo d'uomo la dorsale della penisola, con le sue invenzioni e le sue innovazioni ha rivoluzionato il mercato del libro.
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La scuola di classe
di Toni Visentini
Eccola qua una bella ricerca da fare presto, con tanto di dati, tabelle, interviste e magari proiezioni nel lungo periodo. Una ricerca per farci capire come vive, come si muove nel profondo (se si muove) la nostra società. Una ricerca che riguarda i giovani e le famiglie, il passato e il presente, ma soprattutto il futuro.
Lo spunto viene dall’Austria dove è stato il ministero alla pubblica istruzione a muoversi e dove è stato lanciato il primo allarme: nel campo dell’istruzione superiore c’è sempre meno mobilità tra le classi sociali. Insomma: l’istruzione universitaria e specialistica torna a essere una questione di censo. Vanno avanti non i più dotati, bensì i più ricchi o quelli che comunque provengono da famiglie in cui cultura e istruzione sono un dato storico acquisito. In parole semplici, come ha titolato l’austriaca Tt: studiare resta un privilegio.
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La nave dei folli ritornerà
di Barbara Spinelli
Non è cosa semplice vivere da precari, e non solo per via dei soldi che son pochi e del posto di lavoro permanentemente effimero, inaffidabile. Non è semplice muoversi tra persone che parlano di crisi e non la conoscono, parlano di futuro come se fosse una categoria ancora sicura, difendono appartenenze etniche locali nascondendo che dipendiamo dal mondo - e dall’Europa - assai più che da patrie municipali o nazionali. Neppure è molto facile contemplare l’affaccendarsi sfaccendato dei governi, così simile all’ambulare disordinato descritto da Paolo nella seconda lettera ai Tessalonicesi: «Non fanno nulla pur essendo sempre in agitazione» (2 Ts 3,11). Tutti questi agitati ambulanti pensano di poter chiudere la parentesi della scarsa crescita e promettono, senza pudore, che presto la parentesi si chiuderà.
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I trentatré lavoratori sanno che per sopravvivere devono «compartir»: condividere. Solo così rivedranno la luce. Gli operai intrappolati in Cile mandano un video in superficie
di Erri De Luca
SANTIAGO — Hanno cantato l’inno nazionale cileno, hanno assicurato: «Qui ci siamo organizzati bene». E grazie a una piccola telecamera inviata a 700 metri di profondità, i 33 prigionieri della miniera franata a San José ieri hanno inviato all’esterno un vero video di 45 minuti, poi trasmesso in parte dalla tv nazionale. Gli spazi riservati per mangiare, pregare, lavarsi, perfino per giocare a domino. E’ dal 5 agosto che sono intrappolati sottoterra, in un rifugio di sicurezza. Fino a domenica scorsa li si dava per morti. Poi la scoperta che avevano resistito, i soccorsi (cibo, acqua, farmaci) fatti passare da stretti condotti. Le comunicazioni con le famiglie. Per fare uscire loro, i minatori, ci vorrà però molto tempo: forse quattro mesi.
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Sottoculturali tanto beati e incoscienti
di Andrea Romano
Quel che invece è notevole di questo suo libro ( L’egemonia sottoculturale. L’Italia da Gramsci al gossip, Einaudi, pagine 146, 16,50) è il modo con il quale si traccia un filo di continuità tutto politico tra la «rivoluzione televisiva» degli anni Ottanta e le forme a noi contemporanee di reality, talk show e gossip. Un processo il cui snodo fondamentale è la scomparsa della pedagogia, sostituita da una rappresentazione non più colpevolizzante dei desideri degli italiani così come essi sono realmente. Se pensiamo alla politica, ci viene in mente qualcosa di analogo? Il berlusconismo, naturalmente. Che ha rivoluzionato la nostra politica, tra l’altro, attraverso un unico imperativo rivolto agli italiani: «Guardatevi allo specchio ed esultate. Perché siete finalmente autorizzati a piacervi così come siete»
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Sfregiate le statue di Falcone e Borsellino
di Romina Marceca
Palermo, domani i 18 anni dalla strage di via D´Amelio.Napolitano: profondamente indignato
Doveva essere il giorno in cui il popolo dell´antimafia dava inizio alle manifestazioni per ricordare la strage di via D´Amelio. E invece è stato un altro giorno buio in cui Palermo è tornata a fare i conti con la rimozione dei suoi simboli.
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Quella colata di cemento sulla Puglia
Giuseppe Salvaggiulo ha curato il capitolo dedicato alla Puglia del libro la "Colata" edito da Chiarelettere. Eccone un´anticipazione.
di GIUSEPPE SALVAGGIULO
Sei ancora sulla terra, ma ti senti gia in mare. E un luogo dello spirito, il promontorio di Santa Maria di Leuca. Tacco d´Italia, finis terrae, estremo lembo di roccia che diventa l´arena naturale dove fanno a pugni due mari, Ionio e Adriatico. Il grande spiazzo lastricato, la colonna corinzia, il porticato, la croce monumentale, il faro e la basilica. Ovunque, intorno, il mare. Quando credi che qui tutto finisca, ti accorgi che comincia il Mediterraneo.
Ogni anno migliaia di pellegrini raggiungono questo eremo. Pregano e poi s´affacciano sul mare. Se arrivano da lontano, i pellegrini sostano nella vicina pensione gestita dalla Curia: camere a partire da 25 euro a notte. Un turismo sobrio e silenzioso come s´addice a Leuca. Ma davvero poco remunerativo, al cospetto di altri luoghi dello spirito come la vicina San Giovanni Rotondo.
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avrei voluto scriverla io. Ora non posso fare a meno di inviarla a tutte le persone che stimo.
Augusto
Oggetto:L' Aquila
Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno. Causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere.
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UN DISCORSO INSANGUINATO
di Adriano Prosperi
Mussolini? Un leader, con gli altri, tra gli altri. Così appare in mezzo a un´insalata mista di statisti italiani e di papi nella traccia più politica fra tutte quelle proposte agli esami di maturità.
La traccia ha il tema conduttore del «ruolo dei giovani nella storia e nella politica». E introduce brani di discorsi sotto il titolo «Parlano i leader». Che cosa è un leader, il vocabolario Zingarelli che ho sott´occhio lo spiega così: «Capo di un partito o di un movimento politico di indiscusso prestigio». Indiscusso il prestigio di Mussolini? La traccia è completata da una frase fra tutte celebre, più di tutte esecrabile nella storia di un regime nato da un delitto: è quella tratta dal discorso pronunciato da Mussolini il 3 gennaio 1925 alla Camera. Questo è il discorso del leader proposto alla riflessione e all´ammirazione dei giovani. E´ proprio quello della pagina più cupa e più truce della storia italiana: la rivendicazione della responsabilità personale di Mussolini nell´assassinio di Matteotti. Fu il discorso di un capobanda, di colui che si dichiarò capo di un´organizzazione a delinquere.
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Il Rogo di Gomorra
di Massimo Gramellini
Sono d’accordo con l’Amato Premier. La mafia italiana è appena la sesta nel mondo (il prossimo anno non parteciperà neanche alla Champions), la sua fama è tutta colpa di «Gomorra». Che in realtà parla di camorra ed è pubblicato dalla casa editrice dell’Amato. Ma sono quisquilie.
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Il vecchio che torna
di Barbara Spinelli
Snervato nei suoi gangli vitali. Con un’aggravante: nell’opinione pubblica cresce un disgusto senza reazione, si attendono fatalisticamente nuovi eventi ancora più squalificanti, il perpetuarsi di un’Italia regno degli amici, delle spintarelle, delle percentuali.
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Figli del ’68 nascono, crescono, muoiono.
La rivoluzione ai tempi di internet
di Vito Loiudice
Ogni giorno si ascoltano storie di giovani trentenni che vivono ancora con i genitori.Storie di giovani trentenni che pensano che forse non riusciranno mai a scrollarsi di dosso l’etichetta di bamboccione e che infine si tolgono la vita.
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Il mio numero è 175429
a cura di Giuseppe Dambrosio
Il diario di prigionia dell'altamurano Paolo Baldassarra internato nei campi di concentramento di Wietzendorf, Hannover, Freden e Fischbecker in Germania. Una testimonianza toccante, raccontata con una lucidità e una profondità incredibile e con un linguaggio asciutto e incisivo. Un modo non retorico per ricordare il dramma dei deportati. Si riporta di seguito il testo trascrizione fedele del manoscritto.
Prigionia
Dal campo di concentramento
di WIETZENDORF
Dal 20 sett - al 7 ottobre 1943
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HANNOVER
Dal 8 ottobre 1943 al 7 dicembre 1944
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(HANNOVER) FREDEN
dal 8 dicembre 1944 al 11 luglio 1945
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FISCHBECK (AMBURGO)
Dal 11 luglio 1945 al 27-luglio 1945
E cioè fino al rimpatrio.
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La toccante poesia di Adriano Sofri: il testo e l'interpretazione di due ragazze. Per non dimenticare.
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Nei ghetti d'Italia questo non è un uomo
di Adriano Sofri
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
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IL TRENO DELL´INDIFFERENZA
Un’inqualificabile vicenda che dovrebbe fare indignare tutti e dovrebbe far allontanare immediatamente gli autori di tali barbari comportamenti.
Quel ragazzo senza braccia sul treno dell´indifferenza.
Privo di biglietto, mostra i soldi al controllore ma viene costretto a scendere Quel ragazzo senza braccia sul treno dell´indifferenza.
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La memoria profanata nel Lager di Auschwitz dopo il trafugamento dell’insegna con la scritta «Arbeit macht frei» «Il lavoro rende liberi».
Un lucidissimo articolo di Primo Levi sull’interpretazione più profonda di quella frase.
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Un interessante articolo di Asor Rosa sugli autori della narrativa italiana contemporanea. Un panorama confortante che merita attenzione e conoscenza.
La Sardegna della Murgia, la Puglia di Lagioia, la Napoli della Parrella, la Sicilia di Vasta. Così la "periferia" è di nuovo al centro dei romanzi che vogliono raccontare con occhi nuovi il paesaggio del Paese
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