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Blog

Fascisti dell' Apocalisse

Categoria: Blog
Pubblicato: 14 Maggio 2025

Fascisti dell'Apocalisse

di Naomi Klein e Astra Taylor, The Guardian, Regno Unito.

fascisti dellapocalisse

Protesta contro Donald Trump ed Elon Musk a New York, negli Stati Uniti, il 17 febbraio 2025

Nella destra statunitense si sta facendo strada un’ideologia che intreccia distopie tecnologiche e fondamentalismo religioso. I suoi leader si costruiscono dei bunker, in attesa del collasso del pianeta che loro stessi stanno provocando

Per il movimento delle città-stato private è un incredibile colpo di fortuna. Sono anni che cerca d’imporre l’idea estrema secondo cui i ricchi contrari alle tasse dovrebbero fondare dei feudi personali, un nuovo paese su un’isola artificiale in acque internazionali o una “città della libertà” dove fare affari senza vincoli, come Próspera, in Honduras, che è un incrocio tra una comunità esclusiva e una spa.

Eppure, nonostante il sostegno di pesi massimi della finanza come Peter Thiel e Marc Andreessen, i sogni degli estremisti libertari si sono più volte arenati: a quanto pare la maggior parte dei ricchi con un po’ di amor proprio non vuole vivere su una piattaforma petrolifera galleggiante, neanche se permette di pagare meno tasse. Quanto a Próspera, forse va bene per una vacanza e qualche “trattamento” per il corpo, ma il suo status giuridico extranazionale è stato contestato in tribunale.

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Noi traditi dalla sanità

Categoria: Blog
Pubblicato: 03 Aprile 2025

La giornalista dopo la denuncia sui social per i ritardi nelle cure “Continuo a ricevere messaggi, nella mia situazione troppe persone. Ogni cittadino che si arrende è una sconfitta della politica”.

di Francesca Mannocchi

shutterstock 539711368

Due giorni fa, affaticata e frustrata dal mio rapporto con la Sanità Pubblica ho scritto un lungo post. Raccontavo delle mie estenuanti attese col centralino del Cup della Regione in cui vivo, il Lazio. La difficoltà di accedere a un servizio, la facilità di trovare una struttura che privata-mente, invece, potesse garantirmi quello stesso servizio nel giro di poche ore. Nelle ore successive, e ancora adesso - mentre scrivo - ho ricevuto centinaia di mail e messaggi di cittadine e cittadini che vivono, scoraggiati come me, un rapporto con le istituzioni che fiacca e svilisce. Sono pazienti ma anche medici, parenti di malati ma anche infermieri. Sono cittadini del Nord, come del Sud, di Regioni in cui la Sanità dovrebbe essere un'eccellenza e altri che invece hanno in sorte una Sanità che era già al collasso prima che il collasso diventasse un'abitudine.

Ho la sclerosi multipla, la mia impegnativa era per una risonanza magnetica e forse ho sbagliato io a fare riferimento al Cup quando avrei dovuto informarmi coi miei medici di riferimento, che ringrazio - sempre - per la cura e l’abnegazione che mettono nel gestire un numero di malati che fa impallidire. Ma questo è un dettaglio, come illustrano i messaggi che ho ricevuto e continuo a ricevere. Puoi essere malato di cancro come di una malattia cronica come la mia, può esserci su carta la legge x o y che dovrebbe tutelare un diritto, il punto è che di fronte a un malfunzionamento, a una disfunzione, alle carenze della Sanità Pubblica siamo portati a pensare: niente di nuovo sotto il sole. È la malasanità di questo Paese.

  • Tina Anselmi
  • Francesca Mannocchi

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DOLCI FIORE, il carteggio tra il Professore e l'Architetto

Categoria: Blog
Pubblicato: 27 Marzo 2025

il Professore e l'Architetto

di Goffredo Fofi

 articolo Fofi

Nel giugno di cento anni fa nasceva Danilo Dolci, morto a Trappeto (Palermo) nel 1997. Molte le manifestazioni, in particolare siciliane, che lo ricordano, e anche qualche pubblicazione, la più insolita delle quali è il carteggio tra Dolci e un meridionalista di grande valore come Tommaso Fiore. Tra Sicilia e Puglie.

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Un pezzo di Novecento nelle parole di due sognatori

Categoria: Blog
Pubblicato: 27 Marzo 2025

Il Carteggio tra Fiore e Dolci, un pezzo di Novecento nelle parole di due sognatori

di 𝐌𝐚𝐮𝐫𝐨 𝐌𝐚𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢

recensione dellEdicola

Nel libro curato da Giuseppe Dambrosio è raccolto lo scambio di lettere tra i due intellettuali che dal 1953 e il 1970 condivisero una battaglia contro le disuguaglianze nel Meridione. L’opera offre uno spaccato su difficoltà e speranze di un’Italia in bilico.In un'epoca in cui i contatti umani si sono ormai ridotti a messaggi istantanei e e-mail, ci appare sempre più raro imbattersi in un carteggio che duri anni, capace di intrecciare vita, battaglie civili e riflessioni intime. È il caso del lungo scambio epistolare tra Tommaso Fiore, intellettuale meridionalista, e Danilo Dolci, attivista e precursore della non violenza in Italia. Tra il 1953 e il 1970, le lettere che si sono scambiati questi due uomini, impegnati nel cambiamento delle condizioni degli ultimi e dei deboli, raccontano non solo una storia di lotta sociale, ma anche di un'amicizia che ha attraversato momenti cruciali della storia del nostro paese.

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L’ Europa di Ventotene non è mai esistita, i comunisti respinsero a lungo il manifesto

Categoria: Blog
Pubblicato: 17 Marzo 2025

Redatto nella primavera del ’41, era contro la guerra e la sovranità nazionale, quindi contro Stalin

di Giovanni De Luna

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A Ventotene durante il fascismo c’erano 800 confinati e 350 sorveglianti. Nella piccola isola le differenze ideologiche tra i reclusi venivano amplificate dalla dimensione claustrofobica in cui erano immersi: i comunisti non andavano d’accordo con quelli di Giustizia e libertà, gli anarchici mal sopportavano i socialisti e tutti guardavano con diffidenza i “manciuriani”, quelli che erano finiti al confino per motivitutt’altro che politici, schiacciati dal peso dei loro reati comuni. L’ortodossia, la fedeltà alla linea veniva interpretata non solo come una ferrea regola ideologica ma anche come una norma in grado di ispirare e controllare i comportamenti della vita quotidiana. Il risultato era l’esasperazione delle tensioni, l’esplodere delle contraddizioni in maniera molto più vistosa di quanto accadesse in libertà. Ma non fu per questi motivi esistenziali che i comunisti non gradirono affatto il Manifesto “per un’Europa libera e unita” elaborato, proprio a Ventotene, nella primavera del 1941, da un gruppo di giellisti e di socialisti raccolti intorno ad Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi ed altri. E non si trattava solo del fastidio per il velleitarismo di un piccolo nucleo di intellettuali che, su uno scoglio sperduto nel mar Tirreno, si permettevano di pensare in grande ipotizzando, addirittura, una “federazione europea”, proprio nel momento in cui le armate di Hitler e Mussolini sembravano dilagare vittoriosamente in tutto il continente. No: in quel documento c’erano una serie di punti particolarmente indigesti per quanti credevano in maniera cieca e assoluta nel mito di Stalin.

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L'elenco degli Internati Militari Altamurani

Categoria: Blog
Pubblicato: 24 Gennaio 2025

 

Internati militari Italiani, la Resistenza senz’armi

mappa campi prigionia militare 

 

a cura di Giuseppe Dambrosio 

In occasione della giornata della memoria, a 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, è doveroso ricordare centinaia di altamurani che finirono nei lager o prestarono la loro opera in fabbriche o in attività agricole ricevendo una paga da fame. Alcuni morirono di stenti, di fame, di malattia, altri resistettero a tutte le angherie e ai maltrattamenti. Dietro ogni nome c’è una storia che non può essere  dimenticata. Di seguito l’elenco pressochè esaustivo frutto di un lungo lavoro di ricerca.   

Lo status degli Italienische Militär-Internierte (IMI) fu creato da Hitler e fu accettato passivamente dalla repubblica sociale italiana (Rsi). Gli oltre 600mila militari deportati nei lager nazisti che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 rifiutano di continuare a combattere con la Germania nazista o aderire alla Repubblica sociale italiana, «preferendo la dura vita di prigionia a quella del disonore».

Per troppo tempo, infatti, non è stato adeguatamente compreso il peso nella storia più generale della guerra di Liberazione. Dal 2008 la loro scelta è vista come «l’altra Resistenza», «la Resistenza senz’armi».

Le cifre disponibili ci dicono che all’indomani dell’armistizio i tedeschi disarmano in poco tempo circa un milione (1.007.000) di militari italiani. Di questi circa 197.000 scampano alla deportazione perché si danno alla fuga, mentre i rimanenti 810.000 circa (59.000 catturati in Francia, 321.000 in Italia e 430.000 nei Balcani) vengono messi di fronte alla scelta tra adesione e prigionia nei lager in Germania e nei territori occupati (Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Francia, Ucraina e Bielorussia). Alcune migliaia perdono la vita nel trasferimento presso i campi di concentramento. Altre decine di migliaia vengono catturati all’estero, dopo essere entrati in clandestinità (spesso dando una mano ai gruppi del luogo che organizzavano la resistenza ai nazisti) e costretti a prestare lavoro coatto in Jugoslavia, Albania, Grecia, Bulgaria, Ungheria e Romania dove trascorrono la loro prigionia sotto il controllo tedesco o dei propri alleati locali.

Entro la primavera del 1944 circa 197.000 uomini si dichiarano fedeli alla Rsi (repubblica sociale italiana) o ai tedeschi sul campo o quando arrivano nei lager.

Fino all’estate del 1944 i circa 350 lager dove sono rinchiusi ufficiali, sottoufficiali e soldati destinati al lavoro coatto dipendono dalla Wermacht, in seguito, dopo l’attentato ad Hitler del 20 luglio dello stesso anno, la gestione passa in mano alle SS, molto più feroci e crudeli. L’arrivo prevede il passaggio in 25 campi di smistamento Durkhgangslager (Dulag). Da qui i sottoufficiali e uomini di truppa vengono internati negli Stammlager (Stalag) da cui dipendono 2.000 distaccamenti secondari detti Arbeitskommando (AK) dove si veniva avviati al lavoro coatto. I circa 30.000 ufficiali vengono concentrati in blocchi separati degli Stalag e in una ventina di Offizierslager (Oflag). Durante la prigionia, inoltre, diversi IMI per diversi motivi finiscono anche nei campi di punizione (Straflager) che spesso dipendono dai campi di eliminazione.

In totale, quindi, un numero compreso tra 600 e 650.000 militari (considerando anche i militari italiani trattenuti nei Balcani) rifiuta di continuare a combattere per il nazismo e il fascismo e resta nei campi di prigionia e di lavoro coatto con la qualifica di IMI, sconosciuta alle convenzioni internazionali. 6000 di loro morirono subito nell'affondamento delle navi che li portavano nei lager. Alla fine della guerra gli IMI deceduti nei lager per fame malattia, sfinimento, bombardamenti, torture, violenze, stragi, eccidi compiuti dai dai  tedeschi saranno circa 45 mila. 

Il passaggio forzato allo status di lavoratori civili nel settembre 1944 ha solo in parte contribuito a migliorarne le condizioni di vita e lavoro, presto destinate a riaggravarsi nel corso dell’ultimo inverno di guerra, nel graduale sfacelo economico e militare della Germania nazista. 

Si includono tra gli IMI anche i militari italiani fatti prigionieri dai sovietici nella seconda guerra mondiale, recenti lavori di ricerca ne hanno ricostuito le vicende.

Diverse centinaia di altamurani finirono nei lager o prestarono la loro opera in fabbriche o in attività agricole ricevendo una paga da fame. Alcuni morirono di stenti, di fame, di malattia, altri resistettero a tutte le angherie e ai maltrattamenti. Dietro ogni nome c’è una storia che è doveroso ricordare.

 

Nome

Cognome

Data di nascita  

 

Luogo di nascita   

Tipo di

occupazione

Data di

Entrata

Cattura

Data di

Uscita

Rientro

Numero di matricola

e campo

Abbrescia

Nicola

17.6.1920

Altamura

   

17.11.45

Stam. 58/2

Adorante

Vito

26.26.1923

Altamura

   

22.7.45

159480

XI B

Acquaviva

Antonio

1.4. 1910

Altamura

 

10.9.43

 

 Stalag I

 IV B IV D

Acquaviva

Giuseppe

2.5.1921

Altamura

   

4.10.45

 66726

 Algeri

 

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Così la subcultura della globalizzazione ha creato la fabbrica dell'ignoranza

Categoria: Blog
Pubblicato: 02 Gennaio 2025

 IL COLLASSO DEL SAPERE IN ITALIA E NELL’OCCIDENTE

di Raffaele Simone*

Senza titolo

Allora oggi è il 12 dicembre...»: qualche giorno una mia amica milanese ha pronunciato questa frase quasi tra sé e sé, trovandosi nei pressi di un tizio sui 45anni. Vedendo perplesso il suo vicino, ha spiegato discreta: «Piazza Fontana. Oggi è l’anniversario». Quando ha visto che quel tale aveva lo sguardo vuoto tipico di chi non ha idea di che cosa si stia parlando, ha lasciato cadere il discorso. Se avesse ripetuto quelle battute a mo’ di test con altre persone, anche istruite, di certo avrebbe ottenuto per lo più la stessa reazione. Senza saperlo, la mia amica stava convalidando le conclusioni di quella sezione del “Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese” (58esimo della serie) che concerne ciò che gli italiani sanno o non sanno. Il paragrafo che ci interessa si intitola crudamente “La fabbrica degli ignoranti” e rivela cose come le seguenti. Il 55,2 per cento degli intervistati ignora che Mussolini fu destituito e arrestato nel 1943; il 30,3 per cento non ha idea di chi fosse Mazzini; il 30,3 per cento non conosce l’anno dell’Unità d’Italia. Quasi la metà degli intervistati non sa indicare l’anno di inizio della Rivoluzione Francese; il 41,1 per cento crede che l’autore dell’Infinito sia D’Annunzio; il 35,1 non esclude che Eugenio Montale sia stato un presidente del Consiglio; per il 35,9 l’autore dell’Inno di Mameli è Verdi e per il 32,4 la Cappella Sistina potrebbe anche essere opera di Leonardo da Vinci o di Giotto. Inutile poi chiedere informazioni geografiche. Un quarto degli italiani ignorano che Oslo è la capitale della Norvegia e un numero ancora maggiore che Potenza è il capoluogo della Basilicata.

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Nell’età della guerra e della politica impotente Francesco è simbolo di decadenza e speranza

Categoria: Blog
Pubblicato: 30 Dicembre 2024

L' ANNO SANTO

di Rino Formica*

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Il pontefice, non da oggi, sceglie di enfatizzare e sfruttare la sua fragilità per indicare il declino delle condizioni del mondo “al di qua”. Un messaggio potente anche per i laici. Ci dice che le forze statuali e politiche non sono in grado di fermare la nuova era dei conflitti. Nel tradizionale rito dell’apertura della porta santa della basilica di San Pietro, e con essa l’apertura dell’anno santo, papa Francesco non ha spinto la porta per aprirla, ha bussato. Nello primo Giubileo in tempi di guerra, anzi nel Giubileo che si celebra in quella che ormai possiamo con desolazione definire la nuova età della guerra, quel suo bussare dice qualcosa di peculiare. Per entrare nell’anno santo, non vi è dunque una forza che autonomamente e autorevolmente è in condizioni di aprire la porta.

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La bimba venuta dal mare, ma un miracolo non basta a cancellare la vergogna

Categoria: Blog
Pubblicato: 12 Dicembre 2024

La bimba venuta dal mare, ma un miracolo non basta a cancellare la vergogna

di Melania Mazzucco

Yasmine

Di Alan Kurdi, il minuscolo Joseph, la siriana Loujin, le nigeriane Marian e Osato, i bambini morti d’acqua e di sete nel Mediterraneo, ricordiamo ancora il nome (tanti altri, rimasti anonimi, sono meri numeri nell’aritmetica dello scandalo, che somma almeno trentamila morti negli ultimi dieci anni). Le immagini dei loro corpi esanimi (o dei loro funerali) sono diventati il simbolo della nostra vergogna. Il dolore e lo sdegno suscitati dalla loro fine, autentici benché inquinati dall’ipocrisia, sono invece svaniti. Yasmine però è stata salvata dalle acque: come Mosé, si potrebbe dire, per augurarle un destino da guida del suo popolo, da profeta e da legislatrice. Ma il passivo non è la giusta configurazione del verbo. Yasmine si è salvata. Riflessivo. La grammatica ci insegna che c’è differenza. Il soggetto compie un’azione che ritorna su sé stesso. Yasmine non è un corpo, né un numero, né una salma: è un soggetto, e il soggetto di questa storia.

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GOGNA ROSSA

Categoria: Blog
Pubblicato: 20 Ottobre 2024

GOGNA ROSSA

Doversi dimettere per aver scritto che una donna con il pene non è una donna. Succede a Livorno. La versione di Simone Lenzi

di  Simone Lenzi

donna col cazzo1

Puppies Puppies (Jade Guanaro Kuriki – Olivo), Hannah Hofman in Gallery, Los Angeles

Ho ritrovato in un cassetto la mia spilletta da ragazzo: "The Age of Consent". L'età del consenso. Era quella dei diritti gay, cantati dai Bronski Beat. Perché ero un giovinetto libertario e sperimentale, tutto sommato l'analogo di quelli che adesso vanno in giro col capelli blu. Poi, certo, sono invecchiato, e col capelli blu a cinquantasei anni non mici vedo, ma continuo  voler bene a chi sperimenta, a chi gode pienamente di tutto, nella piena liberta del corpo e dello spirito. La libertà, appunto. Guardo quella spilletta e penso che sono passati davvero troppi anni. E nel frattempo sono successe troppe cose. Intanto, nel frattempo, il progressismo è morto e sepolto, motivo per cui, se oggi sei un progressista e ti aggiri in un palazzo comunale amministrato dal centrosinistra, allora e probabile che tu sia uno zombie. Perché l'idea stessa che esistano principi universalistici in nome dei quali portare avanti battaglie che servano a tutti è morta e sepolta. Sono, in altre parole, uno di quegli zombie che pensa ancora che sia più importante pesarti il portafoglio prima di frugarti nelle mutande, nel senso che se poi non trovi un lavoro o paghi troppe tasse, l'unica cosa davvero fluida che puoi esprimere, alla fine della giostra, è una minestrina col dado.

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La grande masseria del potere, viaggio nella Puglia gentrificata

Categoria: Blog
Pubblicato: 24 Agosto 2024

Reportage con testimonianze inattendibili

di Angelo Pannofino

La
La delegazione delle first lady dei capi di stato e di governo del G7 in visita ad Alberobello
durante l'ultimo summit, lo scorso luglio - FOTO ANSA

È con molta curiosità che questa estate sono tornato in Puglia per vedere cosa è rimasto sul bagnasciuga dopo la mareggiata del G7 in Valle d’Itria, valle in cui sono nato e cresciuto e dove, stando ai media, si sarebbe svolto il summit con i capi di stato e di governo dei sette Paesi più industrializzati al mondo, sei dei quali sono tornati a casa a capo chino, avendo constatato che saranno pure industrializzati ma, quanto a instagrammabilità, non c’è storia tra i loro tristi Paesi e le meraviglie della Valle d’Itria, la Shengri-Le pugliese, vallata immaginaria ferma agli anni Cinquanta, dove ci sono mozzarelle, masserie, friselle, focacce, ceramiche, artigiani, donne col fazzoletto in testa che fanno le orecchiette, trulli, luminarie, ulivi, pizzica o forse taranta e addirittura il mare.

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Come opposi alla cultura del profitto

Categoria: Blog
Pubblicato: 08 Agosto 2024

Solo favorendo il benessere reale delle persone si inverte la rotta dei consumi a tutti i costi

di Alessandro Tamburini

consumismo

 

Le parole hanno una storia, e la Storia si comprende anche attraverso le parole, la loro fortuna o scomparsa. Negli anni ‘60 e ‘70 “consumismo” era parola ricorrente nel deplorare il fenomeno per cui attraverso l’induzione di falsi bisogni le persone erano spinte all’acquisto continuo di prodotti, anche per vantare l’avanzamento di status sociale che col loro possesso ritenevano di raggiungere. Non tutti i giovani contestatori di allora avevano letto Marcuse e Adorno, ma nelle loro biblioteche ancora tascabili non mancava "Avere o essere" di Erich Fromm, forte già nel titolo dell’antagonismo di valori e comportamenti che andavano cercando. Al possesso di beni materiali contrapponevano la crescita interiore, da perseguire con conoscenze, musica, viaggi. Attraverso incontri ed esperienze condivise come l’impegno sociale, con un’assunzione di responsabilità verso chi non riusciva a soddisfare nemmeno i propri bisogni primari, dalle classi meno abbienti alle aree povere del pianeta. E il consumismo era osteggiato anche in quanto portatore di disuguaglianze ulteriori.

  • Consumismo
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  • Thorstein Veblen

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L'ipocrisia di condannare ogni violenza. Ma odiare il tuo nemico con tutto te stesso

Categoria: Blog
Pubblicato: 19 Luglio 2024

L'ipocrisia di condannare ogni violenza. Ma odiare il tuo nemico con tutto te stesso

di Walter Siti

trump

Che la politica in Occidente si stia progressivamente polarizzando è conclamato, per non vederlo si dovrebbe essere ciechi. Le cause del fenomeno ormai tutti le snoccioliamo stancamente come grani di un rosario: 1) i social ci abituano a ritmi binari, pollice in su o in giù, ci inse-riscono in bolle anche a nostra insaputa, le echo chambers eccetera; 2) la divaricazione economica si fa sempre più ampia, l'ascensore di classe è bloccato, qualcuno si trova davanti un muro insormontabile e qualcun altro dal medesimo muro si sente difeso; 3) la domanda "che fare?" sempre più spesso sembra non avere risposte e la mancanza di vie d'uscita scatena la rabbia, hanno fatto esperimenti in questo senso sui topi; 4) la sinistra è stupita che i poveri non la votino più, vede minacce ovunque e si rimprovera di aver forse trascurato diritti sociali per  evidenziare quelli civili, mentre la destra deve ancora smaltire un rancore pregresso che la attanaglia; 5) l'analfabetismo creato dall'eccesso di informazione ha coinvolto anche la democrazia in quanto istituto, il populismo e la disintermediazione portano a pensare che il rapporto tra maggioranza e opposizione sia solo un rapporto tra chi vince e chi, avendo perso, deve abbozzare; 6) quelli che la pensano diversamente da noi non sono considerati avversari con cui discutere, e sui quali (troppa fatica) dialetticamente prevalere, ma nemici da annientare;  7) spettacolarizzare la politica fa la gioia dei media e ne riempie i portafogli, i conduttori di talk sanno che i discorsi complicati, capaci di riconoscere le ragioni dell'altro, dopo un po' fanno morire di noia; 8) la presenza sempre più massiccia della religione nel conflitto politico (resurrezione di tempi andati, nulla scompare mai nella Storia) ha recuperato la terribile espressione "Dio lo vuole", declinata a seconda delle circostanze ("questa terra ce l'ha data Dio", "Allah è grande", "è stato Dio che mi ha salvato", o il dittatore di turno chiamato "un dono di Dio").

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11 luglio, io lo so perché tanto.

Categoria: Blog
Pubblicato: 12 Luglio 2024

11 luglio 1995. Ogni anno a Srebrenica, come l'anno scorso, come l'anno prossimo.

di Adriano Sofri

Non ho mai avuto voglia di deridere l'accordo di Dayton, novembre 1995, che mise fine alla guerra in Bosnia-Erzegovina. Non segnava l'avvento della pace, che non è venuta, "solo" la fine della guerra, che era durata quasi quattro anni. Sarajevo aveva superato il record di durata dell'assedio di una città in epoca moderna, che fino ad allora spettava all'assedio di Leningrado, durato 900 giorni fra il 1941 e il 1944, e restato incomparabile per il numero dei morti.

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L' Europa siamo noi

Categoria: Blog
Pubblicato: 08 Giugno 2024

L’EUROPA SIAMO NOI

di Giuseppe Dambrosio

L’8 e 9 giugno 2024 siamo chiamati a votare per la decima legislatura del parlamento europeo che sarà composto da 720 parlamentari . Questa scadenza elettorale può essere una opportunità importante per noi italiani, cittadini europei?

Partiamo da un dato fondamentale: l’Europa siamo noi, e non è una frase ad effetto o di circostanza, come si potrebbe pensare a primo acchito. Siamo noi che eleggiamo gli europarlamentari italiani; è il governo italiano che nomina il proprio rappresentante nella Commissione europea (una delle principali istituzioni dell’Unione europea e suo organo esecutivo), i nostri ministri che si occupano delle specifiche politiche di settore ed il presidente del consiglio fa parte di diritto del consiglio dei capi di governo.

Elezioni Europee 1

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Chi vuole la pace non è un illuso è questa politica ad aver fallito

Categoria: Blog
Pubblicato: 09 Aprile 2024

Chi vuole la pace non è un illuso è questa politica ad aver fallito

di Maurizio Maggiani

I padri costituenti hanno voluto dotarsi dell'arma più sofisticata: la diplomazia. L'Europa non ha saputo costruirla, oggi il riarmo è in atto e nessuno sa dare risposte

img Bansky

Un murale attribuito allo street artist Banksy

Vorrei raccontarvi di come ha avuto inizio la mia storia di pacifista, è una vecchia storia ed è cominciata con una canzone. Al Festival di Sanremo del 1965 fece grande successo un gruppo americano i New Christy Minstrels, si presero il primo posto assieme a Bobby Solo con la canzone Se piangi se ridi, e il secondo con Wilma Goich cantando Le colline sono in fiore, due canzoni che a un quattordicenne non dicevano niente, troppo sentimentalismo, troppa sdolcinatura.

Il leader dei Nuovi Menestrelli di Gesù era Barry Mc-Guire, che solo un anno dopo, quelli erano tempi che correvano molto in fretta, ebbe un successo mondiale con una canzone per niente romantica e men che meno sdolcinata, Eve of destruction, Vigilia della dístruzione. Era una canzone contro la guerra del Vietnam, contro il pericolo atomico e la guerra in generale, il ritornello faceva così, but you tell me over and over and over again my friend, ah, you don't believe we're on the eve of destruction? (n.d.r. "ma me lo dici ancora e ancora e ancora una volta amico mio, ah, non crederai che siamo alla vigilia della distruzione"). La canzone ebbe anche una cover italiana scritta da un menestrello militante, Pino Masi, e divenne buona nei cori durante le manifestazioni di protesta del '68, '69 a cui partecipavo attivamente, ed essendo proprio un bravo canterino, ero io a intonarla. Il ritornello era tradotto così, E allora dimmi cosa vuoi di più compagno per capire che è tornata l'ora del fucile?

  • guerra
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I Samaritani che ci obbligano a guardare l'orrore

Categoria: Blog
Pubblicato: 04 Aprile 2024

I Samaritani che ci obbligano a guardare l'orrore

di Domenico Quirico

Kitchen

Ogni volta, ogni volta che qualcuno di loro muore, ci ricordiamo di questa storia immensa. Sì. L'obbligo umanitario continua a incendiare alcune esistenze. I samaritani sono tutt'altro che dispersi e smarriti, sono creature assolutamente diverse in un mondo dove si punta sul tornaconto, sull'esito, il successo, la garanzia. Ogni volta è lo stesso turbamento (rimorso? Dubbio? Ipocrisia?) di fronte all'evidenza concreta fino al sacrificio di sé della ideologia umanitaria, volti, nomi, non sigle o acronimi. Noi che stiamo davanti al televisore per vedere; e nelle immagini invece coloro che hanno sagomato la loro vita su questa determinazione cogente, esser vicino all'uomo dovunque è vittima della natura ma soprattutto di altri uomini. Non esigono contropartite, sono spesso scudisciati da delusioni e amarezze, da raffiche feroci di obiezioni: perché siete lì voi, piagnucolio umanista? Di chi siete strumento occulto? L'ideologia vogliamo sapere. Avete fatto l'esame a quelli che aiutate per vedere se lo meritano?

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L’abbraccio tra sinistra e moderatismo. Così spiego l’inganno a mio figlio

Categoria: Blog
Pubblicato: 15 Marzo 2024

La Fine delle Certezze

di Sergio Labate*

Se dovessi spiegare a mio figlio il gigantesco inganno dell’abbraccio tra il moderatismo e la sinistra, non servirebbero astruse descrizioni teoriche.

Schlein

Basterebbe la forza dell’esempio. Raccontargli ciò che noi abbiamo perduto e che lui non ha mai conosciuto, per mettere davanti ai suoi occhi la scena di una metamorfosi estrema che è l’esito beffardo del moderatismo. Da un lato un mondo smarrito e dall’altro un mondo inatteso (non solo nel senso che nessuno se l’aspettava ma anche nel senso che nessuno l’attendeva come una speranza). Al mondo smarrito appartenevano alcune certezze granitiche – dogmi di una fede secolare – che erano confermati e non smentiti da ciò che accadeva nella società: la fiducia nella Costituzione antifascista, la certezza che la forma pubblica della protezione sociale fosse un argine per i più vulnerabili, l’idea che la pace fosse un’eredità comune postbellica, la convinzione che la scuola servisse alla formazione di un cittadino e non di un lavoratore sottopagato, la scommessa sull’Europa come terreno di avanzamento dei diritti e non come esperienza della loro erosione, il principio per cui l’aumento delle diseguaglianze fosse un problema e non una risposta per le nostre società.

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Mille miliardi nella produzioni delle armi

Categoria: Blog
Pubblicato: 29 Febbraio 2024

In due anni quasi mille miliardi investiti nella produzione di armi

di Ilaria Solaini

L’appello dell’Alleanza globale delle banche valoriali al termine del vertice annuale: «La finanza non può sostenere l’industria militare, basta investire sulle guerre».

negozio di armi con rivoltelle e pistole esposizione una vetrina 231581104

Oltre 959 miliardi di dollari sono stati utilizzati dalle istituzioni finanziarie nel mondo per sostenere la produzione e il commercio di armi. Più della metà dell’investimento totale nell’industria bellica arriva dagli Stati Uniti, mentre 79 miliardi provengono dai primi 10 investitori europei. E ancora, le 15 maggiori banche europee hanno investito in aziende produttrici di armi per un importo pari a 87,72 miliardi di euro.

  • Finanza etica
  • industrie di armi
  • Banca Eitica

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Fabio Perinei, il sindaco e parlamentare della Murgia da conoscere e ricordare

Categoria: Blog
Pubblicato: 20 Febbraio 2024

Fabio Perinei

Il sindaco e parlamentare della Murgia da conoscere e ricordare

di Giuseppe Dambrosio

Esattamente 15 anni fa, il 21 febbraio 2009, finiva prematuramente (a 64 anni) l’esperienza umana e politica di Fabio Perinei, un gigante della storia politica, sociale e culturale altamurana.

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Nato in una famiglia del popolo - il padre, Giuseppe, era un noto fruttivendolo con un chiosco in piazza Castello e la mamma Lucia Marrocoli, casalinga di cui andava orgoglioso - dopo una infanzia vissuta all’ombra della parrocchia di Santa Teresa: «Quell’edificio di culto cattolico era attaccato al carcere mandamentale a fianco del quale viveva la caserma dei carabinieri. Una sequenza significativa oggi per me. Chiesa, carcere, caserme, tre istituzioni di verse tra loro, uguali per la funzione esplicata: quella repressiva», frequenta le elementari al “Garibaldi con il maestro Giovanni Plotino, padre di Vito Plotino che nel 1993 sarà sindaco di Altamura (il primo sindaco del MSI, Movimento sociale italiano, partito di ispirazione fascista) avversario politico tra i più pungenti col quale Fabio ingaggerà un animato scontro politico. Alla scuola media incontra la professoressa Angela Maggio che lo incoraggerà a proseguire gli studi al liceo classico per “la sua propensione per le materie umanistiche” assecondando le sue innate doti scrittorie. Al liceo ha la fortuna di incontrare due docenti che segneranno la sua formazione e lo apriranno alle tematiche sociali e politiche: il professor Ercole di Barletta e il professor Enzo Marchetti col quale avvia un proficuo confronto culturale e letterario. Alla fine del liceo conosce Rosaria Brunetti, studentessa della scuola Magistrale di Matera che lo affiancherà e lo sosterrà tutta la vita: la ragazza “dai capelli lunghi e biondi”, così la definirà in un suo scritto.

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La lezione poetica di Gianni Rodari, così Vanessa Roghi ha riscritto la storia della scuola italiana

Categoria: Blog
Pubblicato: 05 Febbraio 2024

La lezione poetica di Rodari

di Christian Raimo

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Chiunque oggi si occupi di scuola dovrebbe leggere Vanessa Roghi. In sette anni e sei libri — La lettera sovversiva. Da Don Milani e De Mauro, il potere delle parole (Laterza, 2017); Lezioni di fantastica. Storia di Gianni Rodari (Laterza, 2020); Voi siete il fuoco. Storie e storie della scuola (Einaudi ragazzi, 2021); Il passero coraggioso. «Cipì», Mario Lodi e la scuola democratica (Laterza, 2022); Il tirocinio della democrazia. Una genealogia per la scuola del presente (Erickson, 2023) e, da poco in libreria per Sellerio, Un libro d’oro e d’argento. Intorno alla «Grammatica della fantasia» di Gianni Rodari — ha in qualche modo riscritto la storia della scuola italiana, riuscendo a proporre una coerente prospettiva storiografica, ipotizzando anche un metodo molto fecondo per gli storici contemporaneisti e gli altri studiosi che si occupano di scuola.

  • Gianni Rodari
  • Vanessa Roghi
  • il binomio fantastico
  • educare i bambin alla politica

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La destra ricorda le vittime della Shoah per nascondere le colpe dei carnefici

Categoria: Blog
Pubblicato: 24 Gennaio 2024

La classe politica oggi al governo non riconoscerà il contributo italiano e fascista allo sterminio degli ebrei. Meglio quindi che il ricordo dell'Olocausto sia lasciato a chi ha lutti da elaborare e morti da piangere

di Giovanni De Luna

16 ottobre 1943 roma rastrellamento ebrei

Roma 16 ottobre 1943: il rastrellamento del ghetto ebraico

Il fatto che "il giorno della memoria” veda Giorgia Meloni rivestire la carica di Presidente del consiglio e Ignazio La Russa quella di presidente del Senato suscita qualche rimpianto e ripropone molti interrogativi. Il rimpianto è legato essenzialmente a quando, il 20 luglio del 2000, il nostro Parlamento votò la legge con la scelta del 27 gennao, data in cui le truppe sovietiche liberarono i deportati rinchiusi nel lager di Auschwitz. Nella discussione in aula fu avanzata una proposta alternativa, quella di privilegiare il 16 ottobre 1943, il giorno in cui furono razziati dalle SS gli ebrei che abitavano il ghetto di Roma: verso i campi di sterminio partì allora un triste convoglio di 1023 rastrellati. Soltanto 16 di loro sopravvissero. Qualcosa di analogo si era tentato anche in Francia, con la proposta di istituire come data della "giornata della memoria” quella del 16 luglio, per ricordare il grande rastrellamento in cui, nel 1942, la polizia francese arrestò 13.152 persone, in maggioranza ebrei, prima imprigionate nel Vélodrome d'Hiver e nel campo di internamento di Drancy, e successivamente trasportate con il treno ad auschwitz per essere sterminati.

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Fratelli Cervi, il meglio della Resistenza. La vita per la parte giusta della storia

Categoria: Blog
Pubblicato: 27 Dicembre 2023

Ottant'anni fa i sette partigiani vennero rinchiusi nel carcere di Reggio Emilia e fucilati, Calvino omaggiò l'eccezionalità del loro sacrificio, simbolo di fratellanza universale

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«Tutto quello che il popolo italiano espresse di meglio nella Resistenza, lotta contro la guerra, patriottisno, fratellanza internazionale, coraggio, amore della famiglia, e della Terra, tutto questo fu nel Cervi». Italo Calvino, nel novembre 1948, sulle pagine di Rinascita. E' la prima consacrazione del "mito" dei sette fratelli Cervi e del padre Alcide. La storia è nota. I Cervi sono una famiglia contadina emiliana, prima mezzadri, poi affittuari del podere dei Campi Rossi di Gattatico, tra Parma e Reggio Emilia: sette fratelli, due sorelle, i più grandi già sposati con prole, tutti insieme a condividere la grande cascina e la conduzione del campi; a guidarti il padre Alcide, che ha insegnato loro il coraggio, e la madre Genoeffa, che ha trasmesso l'intelligenza curiosa. I Cervi sono figli della terra, ma col gusto dello studio: leggono i romanzi di Tolstoj e di Hugo, si abbonano a riviste di agricoltura, nel 1939 acquistano un trattore Balilla e vi fissano sopra un mappamondo, per sottolineare la correlazione tra progresso e umanità.

  • Italo Calvino
  • Fratelli Cervi
  • Sandro Curzi
  • Alcide Cervi

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La felicità è un tema politico

Categoria: Blog
Pubblicato: 11 Dicembre 2023

La felicità è un tema politico. Ecco perché può diventare una battaglia della sinistra

di Gabriele Segre

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È compito della politica occuparsi della felicità? Sarebbe d’uopo chiederselo sfogliando le pagine del recente rapporto Censis sulla condizione sociale dell’Italia. L’istituto di ricerca ha parlato del «sonnambulismo» di cui sembrano affetti i cittadini del nostro paese, presentando dati che li ritraggono in larga misura «ciechi dinnanzi ai presagi», incapaci di reagire, delusi e impauriti. Stati d’animo che suggeriscono come gli italiani del 2023 non si sentano granché felici.

  • La felicità
  • sinistra
  • bene comune

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Non esistono i maschi progressisti

Categoria: Blog
Pubblicato: 21 Novembre 2023

Non esistono i maschi progressisti

di Francesco Piccolo

manifestazione padova

Ogni volta che mi chiedono di scrivere dei maschi, o se non ogni volta, molto spesso, succede che poi in coincidenza c’è un fatto di cronaca orribile che li (ci) riguarda; non mi chiedono di scrivere per quel fatto di cronaca, ma poi succede che le cose di cui voglio scrivere si devono confrontare con un atto agghiacciante. Questa volta, nella storia di Filippo Turetta e Giulia Cecchettin, c’era, per tanti motivi diversi, una relazione con la quotidianità, con la normalità, più visibile, più stretta; non so bene se perché è stata raccontata praticamente da subito, se perché era una situazione molto simile a tantissime altre che ci capitano intorno (e ai nostri figli); fatto sta che abbiamo sperato che finisse bene fino all’ultimo, anche quando ormai avevamo capito che finiva male.

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Vajont, sessant’anni dopo il padre di tutti i disastri

Categoria: Blog
Pubblicato: 09 Ottobre 2023

9 OTTOBRE 1963. Il crollo della diga causò 1910 morti. Le autorità avevano nascosto i rischi idrogeologici

di Mario Di Vito

 

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Getty Images

Della notte del disastro restano dei frammenti. Alle 22 e 39 di mercoledì 9 ottobre 1963 in televisione c’è una partita di coppa tra Real Madrid e Rangers di Glasgow, ma la corrente va via e l’intera valle del Vajont resta al buio. Comincia a tirare un vento umido, quasi bagnato. E in quattro minuti esatti succede tutto: 260 milioni di metri cubi di fango e pietre si stacca dal monte Toc creando un’onda alta 250 metri che si infrange sulla montagna opposta e fa tabula rasa di tutto quello trova nel mezzo: la parte bassa di Erto e Casso. Poi Longarone, Codissago, Castellavazzo e, alla fine di tutto, la valle del Piave.

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Laudate deum

Categoria: Blog
Pubblicato: 05 Ottobre 2023

ESORTAZIONE APOSTOLICA

Laudate Deum

DEL SANTO PADRE

FRANCESCO

A TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ

SULLA CRISI CLIMATICA

papa

1. “Lodate Dio per tutte le sue creature”. Questo è stato l’invito che San Francesco d’Assisi ha fatto con la sua vita, i suoi canti, i suoi gesti. In tal modo ha ripreso la proposta dei salmi della Bibbia e ha ripresentato la sensibilità di Gesù verso le creature del Padre suo: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6,28-29). «Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio» (Lc 12,6). Come non ammirare questa tenerezza di Gesù per tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino?

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Vattimo. Con l'ermeneutica garantì il pluralismo delle idee

Categoria: Blog
Pubblicato: 20 Settembre 2023

Il pensiero

di Federico Vercellone

Gianni Vattimo è stato uno dei più grandi rappresentanti della filosofia europea di tradizione ermeneutica, che si rifaceva cioè alla moderna teoria dell'interpretazione. Era nato a Torino il 4 gennaio del 1936 e aveva compiuto quest'anno ottantasette anni.

Le sue opere sono tradotte, conosciute e discusse in tutto il mondo, in Europa come negli Ѕtati Uniti e in America Latina. Le sue carte sono custodite presso l'Università Pompeu Fabra di Вarcellona, nell'archivio creato e curato dal professor Ѕantiago Zabala.

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Vattimo studia alla scuola di Luigi Pareyson insieme a Umberto Eco. Ѕi tratta di una scuola ricchissima di autori di primo piano che hanno dato un nuovo volto alla filosofia italiana nel mondo. Ѕi laurea in filosofia nel 1959 con una tesi su Il concetto di fare in Aristotele che uscirà poi per i tipi di Giappichelli. Negli anni cinquanta del secolo scorso lavora anche alla Rai per poi recarsi in Germania e studiare con alcuni dei massimi rappresentanti della filosofia dell'epoca, in particolare Hans-Georg Gadamer che, insieme a Luigi Pareyson, lo introduce nell'ermeneutica intesa come teoria dell'interpretazione e cioè nella filosofia intesa come teoria dell'interpretazione del mondo della quale Vattimo costituisce uno dei grandi maestri contemporanei.

  • Vattimo
  • ermeneutica
  • il pensiero debole
  • nichilismo

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"I have a dream" (Io ho un sogno)

Categoria: Blog
Pubblicato: 28 Agosto 2023

Martin Luther King: "I have a dream" (Io ho un sogno)

"Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!"

di Martin Luther King

Fonte: http://www.english-zone.com/holidays/mlk-dreami.html (con alcune modifiche)

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Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull'Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi neri che erano stati bruciati sul fuoco dell'avida ingiustizia. Venne come un'alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il nero ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del nero è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il nero ancora vive su un'isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il nero langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

  • Martin Luther King
  • razzismo

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Hiroshima e Nagasaki sono state le prime vittime della Guerra fredda

Categoria: Blog
Pubblicato: 06 Agosto 2023

6 agosto 1945 - 6 agosto 2023

Hiroshima e Nagasaki sono state le prime vittime della Guerra fredda

di Gabriele Rigano*

 hiroshima

Per una tragica ironia della sorte il primo atto di quella che chiamiamo la Guerra fredda fu l’esplosione più devastante e arroventata mai provocata dall’uomo fino a quel momento: 8.000 gradi (per 1/10.000 di secondo la temperatura fu di 400.000 gradi) che il 6 agosto del 1945 incenerirono l’intera città di Hiroshima con i suoi abitanti. Uomini, donne, vecchi e bambini.

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  1. Non è un pranzo di gala
  2. Alex
  3. Il successo tragico di don Milani, Barbiana iniziò come una punizione
  4. L'Italia ascolti le proteste dei suoi ragazzi
  5. Il capitalismo ci lascia solo la libertà di non essere liberi
  6. Da Gentile a Valditara, il liberalismo non fascista che tollera il fascismo
  7. Il «giorno del ricordo» e la memoria corta degli italiani
  8. La narrazione pubblica italiana dimentica i deportati politici
  9. La deportazione dei bambini e la sopravvivenza
  10. Il difficile e sofferto riscatto nazionale dopo l’armistizio dell’8 settembre
  11. No alla guerra ma le armi vanno inviate
  12. Giordano Bruno il furore della scienza
  13. Il negazionismo è un fenomeno politico dell’attualità
  14. Manifesto contro l'esclusione
  15. Piazza Fontana e quella verità nascosta per troppo tempo
  16. L’inchiesta siciliana che svela i depistaggi sul caso Borsellino
  17. La storia riscritta in silenzio
  18. Che cosa può essere Dante per noi oggi
  19. Nel centenario della nascita dello scrittore siciliano
  20. La maledizione di Piazza Fontana
  21. A 50 anni dall'approvazione della legge del divorzio
  22. “Cambiamo la vita, prima che la vita cambi noi”
  23. Le stolpersteine
  24. La vita della prima donna a capo di un museo
  25. La cultura è motore di democrazia e spinta all'inclusione
  26. Le parole sono importanti
  27. Il 5 settembre l'uccisione del «SINDACO PESCATORE»
  28. Basaglia, la preziosa eredità che nessuno ha mai rivendicato
  29. Sacco e Vanzetti, un secolo di pregiudizi e xenofobia
  30. Non possiamo lasciare la rivoluzione al virus
  31. La pandemia e il linguaggio
  32. La Giornata del Ricordo
  33. Il Servizio Sanitario Nazionale
  34. La giornata della memoria e la retorica
  35. Il passato non è più materia di riflessione
  36. La ribellione a Praga
  37. Piazza Fontana, la strage di Stato che non vogliamo dimenticare
  38. A ottant'anni dalla leggi razziali
  39. Siamo tutti stranieri
  40. La lezione di Alex Langer
  41. Nel nome di Giordano Bruno
  42. La recrudescenza del fascismo oggi
  43. La strage di Milano
  44. La scuola nelle mani dei barbari
  45. Ripartire dagli scarti
  46. Nuova politica
  47. Il campo di prigionia di Altamura
  48. Le confessioni del partigiano
  49. La vittoria di Trump e il rigetto delle politiche neoliberali
  50. L'orrore della bomba atomica

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Gli articoli di Tommaso Fiore sul giornale di Piero Gobetti sul sito Erasmo.it.
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La mostra e la rassegna stampa

 

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